Gli Ordini dei medici vogliono Speranza: "Ha fatto capire che la salute non è spesa ma risorsa"
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Gli Ordini dei medici vogliono Speranza: "Ha fatto capire che la salute non è spesa ma risorsa"

L'opinione di Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri: "Ora è il momento di ripensare il sistema sanitario nazionale"

Il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici, Filippo Anelli
Il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici, Filippo Anelli
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6 Febbraio 2021 - 17.17


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Dopo Locatelli, l’ordine dei medici: cosa si aspettano i medici dal nuovo Governo che uscirà, in un modo o nell’altro, da questa crisi? Quale destino per il ministero della Salute? “Ci aspettiamo Speranza”, dice Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo), riferendosi al cognome dell’attuale ministro. 
“Va riconosciuto che il Governo ha lavorato bene. Almeno sul piano culturale l’attuale ministro è riuscito a invertire la concezione della salute, da spesa a risorsa”.
“Altro dato saliente – prosegue – credo sia la prima volta che si fa una crisi di governo pensando ai problemi della salute. Per esempio, non si va a votare perché significa aumentare i contagi e perché bisogna dare rapidamente risposte in termini piano vaccinale anti-Covid e di tutela dei cittadini. Insomma, si ripropone il tema della salute come un elemento molto forte”.
Per Anelli è chiaro che “con Covid si è chiuso un ciclo di 40 anni del Servizio sanitario nazionale che ha avuto una grandissima intuizione: puntare tutto sull’universalità delle cure. A distanza di decenni però mostra anche dei limiti, con un’organizzazione basata sull’aziendalizzazione, centrata sui posti letto e non su una programmazione del personale adeguata e non sui problemi di salute che cittadini pongono al sistema”.
Con il Recovery Fund, “Speranza è riuscito a raddoppiare l’impegno per il settore, da 9 a 18 miliardi, ma c’è anche il tema del Mes: sarebbero risorse che potrebbero tranquillamente essere utilizzate per rinvigorire il Ssn”. Va percorsa questa strada? “I soldi servono se li usiamo bene – risponde il numero uno dei medici italiani – Perché le nostre scelte pesano sul futuro delle prossime generazioni”.
Altro punto: “Bisognerà fare uno sforzo per rimettere in moto una maggiore partecipazione dei professionisti alle decisioni. Anche perché siamo noi che con sacrificio e abnegazione siamo riusciti ad assicurare l’assistenza ai cittadini di fronte a sciagure, e nonostante la programmazione sbagliata, i tagli la mancanza di posti letto”, riflette Anelli.
“Dobbiamo essere messi in condizione di poter incidere sulle decisioni, in un sistema oggi affidato ai manager. Perché la sanità non può essere solo legata a far quadrare il bilancio, serve definire concretamente priorità e campi azione e queste non può farlo se non chi ha le competenze. Chiediamo più coinvolgimento e una riforma vera del sistema di gestione della sanità”, conclude il presidente Fnomceo.

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