Antonelli: "La situazione delle terapie intensive è critica in alcune regioni"
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Antonelli: "La situazione delle terapie intensive è critica in alcune regioni"

Il direttore dell'Unità di Anestesia e Rianimazione del Policlinico Gemelli di Roma: "Veneto, Campania e Lazio sotto pressione, l'Rt in larga parte d'Italia sotto a 1 ma in alcune regioni e non lo è"

Massimo Antonelli, direttore dell'Unità di Anestesia e Rianimazione del Policlinico Gemelli di Roma
Massimo Antonelli, direttore dell'Unità di Anestesia e Rianimazione del Policlinico Gemelli di Roma
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31 Dicembre 2020 - 09.18


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Situazione difficile anche se molti si sono girati dall’altra parte fino alla fine: la percentuale dei posti letto in terapia intensiva “è leggermente sotto la soglia critica del 30% a livello nazionale. Ma ancora non lo è in alcune zone del Veneto, della Campania e in misura minore del Lazio, ancora sotto pressione. Proprio in queste ore al Cts analizzeremo meglio la situazione generale. Perché ci sono delle differenze di cui tener conto, per esempio il Lazio registra una lieve crescita settimanale nelle terapie intensive equivalente allo 0.4%. E anche l’Rt, in larga parte d’Italia sotto a 1, in alcune regioni e in alcune città non lo è. Siamo in una condizione dinamica”.

Lo ha detto Massimo Antonelli, direttore dell’Unità di Anestesia e Rianimazione del Policlinico Gemelli di Roma e membro del Comitato tecnico scientifico per l’emergenza Covid.
Per Antonelli, dividere l’Italia a colori dal 7 gennaio tornerà a essere utile “perché è necessario rispecchiare l’andamento epidemico a livello locale. Le faccio l’esempio della mia terapia intensiva: qualche settimana fa avevo 75 malati Covid e 95 in totale. Ora siamo a 60. Un aspetto importante è che questi ricoveri sono molto lunghi, arrivano anche a 6 settimane prima della dimissione o purtroppo del decesso”. Il timore è che con la ripartenza potrebbero ripresentarsi problemi a marzo-aprile. “E’ necessario – dice l’esperto – riprendere le attività, soprattutto la scuola in presenza, perché bisogna restituire ai nostri ragazzi la socialità e il percorso formativo, questo non è rimandabile. Spero che si creino attorno alla scuola le condizioni di sicurezza che servono, a cominciare dal trasporto pubblico”.
L’evoluzione del quadro “dipenderà anche dalla crescita delle vaccinazioni, elemento su cui dobbiamo confidare – prosegue Antonelli – E dal picco influenzale, di difficile stima, perché la coincidenza di una nuova ondata di contagi da Sars-CoV-2 con l’influenza potrebbe mettere in seria difficoltà il sistema sanitario. La speranza è che avvenga, invece, quanto avvenuto nell’emisfero australe: le mascherine, la distanza e l’igiene personale hanno limitato moltissimo la capacità di diffusione del virus influenzale”. 
Le nostre vite saranno condizionate dal coronavirus ancora per un po’: anche “a campagna di vaccinazione ormai ben avviata – raccomanda lo specialista – bisognerà stare attenti ancora per un po’. Ma vorrei dire che sarà importantissimo vaccinarsi e che lo faccia il maggior numero di persone possibile. Non riesco ancora a capire come si possa dare rilevanza mediatica a qualche cretino no-vax. Le obiezioni sono risibili e le reazioni allergiche riportate sono state in numero irrilevante e tutte in persone con serie allergie già note”.
Antonelli si è già sottoposto alla vaccinazione: “Ho ricevuto la prima dose e non sono diventato blu, il 19 gennaio avrò il richiamo. Ma sa, io sto in terapia intensiva coi malati Covid, la cosa stravagante e vedere chi dai malati Covid sta a chilometri di distanza e ha saltato la fila, stilata con un criterio logico. Il riferimento a fatto o persona realmente esistente non è puramente casuale Il politico stona, diciamo così”.

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