Ancora una volta, il ministro degli Esteri Antonio Tajani sceglie di non pronunciare una sola parola contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, nonostante l’attacco di Israele all’Iran, avvenuto mentre Teheran era impegnata in negoziati con gli Stati Uniti. Questo silenzio, che rasenta l’omissione di un contesto cruciale, non solo indebolisce la posizione dell’Italia come attore imparziale, ma solleva seri dubbi sulla capacità del nostro Paese di affrontare con equilibrio una crisi che rischia di incendiare il Medio Oriente.
Intervenendo oggi in collegamento con l’edizione straordinaria del Tg1, Tajani ha commentato l’attacco israeliano alle infrastrutture iraniane, descritto come un colpo significativo alla capacità di Teheran di sviluppare armamenti nucleari. Il ministro ha espresso l’auspicio che l’azione possa condurre a una de-escalation e a negoziati, ponendo però l’accento sulla sicurezza dei cittadini italiani nella regione.
“Adesso ci auguriamo che dopo questo attacco, che è stato un danno enorme alla produzione dell’arma nucleare che rappresentava un pericolo per tutta l’area, ora si possa arrivare a una de-escalation e che l’Iran si sieda a un tavolo delle trattative. Adesso la nostra priorità in questo momento è la sicurezza dei nostri connazionali. Ho parlato con la nostra ambasciata a Teheran, a Tel Aviv, il consolato a Gerusalemme, e si sta facendo tutto il possibile per far partire gli italiani che lo vogliono il prima possibile. Oggi da Sharm el Sheikh partirà un volo con connazionali che arrivano da Gerusalemme e Tel Aviv, e continuiamo lavoriamo per accompagnare in Azerbaigian gli italiani che vogliono lasciare l’Iran”, ha dichiarato Tajani.
Ha poi aggiunto: “Teheran pensa di tenere una linea dura e non sedersi al tavolo, vediamo se dopo l’attacco di questa notte cambieranno idea. Eravamo pronti anche ad accogliere a Roma una riunione diretta tra americani e iraniani, senza intermediazioni. Siamo con tutte le nostre forze al lavoro per favorire una soluzione diplomatica. Speriamo che l’Iran accetti di sedersi a un tavolo dopo questa azione, che punta a impedire la creazione di una bomba atomica iraniana perché rappresenterebbe un pericolo per tutta l’area medio orientale”.
L’Italia si sta adoperando per garantire la sicurezza dei suoi cittadini e per promuovere una soluzione diplomatica, come sottolineato dal ministro. Tuttavia, la mancata menzione del ruolo di Israele nell’escalation e l’omissione dei negoziati in corso tra Iran e Stati Uniti rappresentano una lacuna grave. Una postura più equilibrata, che riconosca le responsabilità di tutte le parti coinvolte, sarebbe indispensabile per rafforzare la credibilità del nostro Paese come mediatore in una crisi che minaccia la stabilità globale.