Matteo Renzi, intervistato da Rtl 102.5, ha parlato delle prossime elezioni Europee, ribadendo che se eletto andrà a Strasburgo. «Le previsioni del voto sono buone e mi toccherà lasciare Roma. Le europee sono strane, si decide molto del futuro delle persone. Sulla percentuale penso che faremo sopra il 5%. Forza Italia e Lega sono più o meno alla pari. L’Europa è fondamentale perché decide sul nostro futuro, è importante che si vada a votare».
«Quei politici che si candidano dicendo da subito che non andranno in Europa come Tajani, Schlein, Meloni, vi sembra normale che un politico si candidi per un ruolo e, anche se eletto, non vada in Europa? È normale che i cittadini si infastidiscano e non vadano a votare. Solo in Italia ci sono dei leader che prendono in giro i cittadini. Altrimenti in Europa decidono senza di noi».
Renzi ha parlato della questione anche a Il Messaggero. «L’Europa è a un bivio. O rilancia o siamo finiti. Il mondo è troppo grande perché i singoli paesi europei possano essere protagonisti. Salvini dice meno Europa, noi diciamo Stati Uniti d’Europa. il voto di sabato e domenica è su questo, non sulle beghe interne italiane».
«Mi aspetto una maggioranza europeista a Strasburgo. Quanto a noi credo che la lista Stati Uniti d’Europa eleggerà tra i quattro e i sei parlamentari europei. E saranno decisivi negli equilibri di Renew Europe e dunque del Parlamento». Per la guida della Commissione europea, invece, «temo Ursula von Der Leyen, ma spero Mario Draghi. Ursula è la candidata uscente inspiegabilmente sostenuta da FI, Ursula ha esagerato con l’ideologismo ambientalista e così facendo è stata la principale avversaria delle Pmi. Mi sorprende che proprio il partito che fu di Berlusconi sostenga una figura di questo genere».
Quanto alla possibile candidatura di Tajani, «da italiano sarei felice. Ma sinceramente non è al livello di Draghi. È vero che talvolta per questi lavori europei una certa mediocrità aiuta, ma immaginare Tajani meglio di Draghi significa avere una fervida fantasia. Se eletto voglio essere la voce delle aziende italiane in Europa: non è possibile che si facciano politiche anti impresa come è stato fatto in questa legislatura. E vorrei essere la voce dei territori. Io sono l’unico leader che se eletto andrà davvero in Europa».
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