Par condicio, Ruotolo (Pd) accusa ancora la destra: "Atto di forza senza precedenti, grave e pericoloso"
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Par condicio, Ruotolo (Pd) accusa ancora la destra: "Atto di forza senza precedenti, grave e pericoloso"

Par condicio, Ruotolo (Pd): «Non era mai successo che una maggioranza di governo per dare più spazio in Tv ai suoi ministri e sottosegretari si votasse da sola. Un atto di forza grave e pericoloso».

Par condicio, Ruotolo (Pd) accusa ancora la destra: "Atto di forza senza precedenti, grave e pericoloso"
Sandro Ruotolo
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10 Aprile 2024 - 09.39


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Sandro Ruotolo, responsabile Informazione del Partito Democratico, è tornato ancora una volta sulla questione par condicio sollevata dalla destra, dopo il voto di ieri sera in commissione parlamentare di vigilanza.

«Non era mai successo che una maggioranza di governo per dare più spazio in Tv ai suoi ministri e sottosegretari si votasse da sola, dopo averlo stravolto, il regolamento della par condicio messo a punto dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni». 

«Quello che è successo ieri sera non ha precedenti. Per la prima volta da quando è stato varato il regolamento nel 1993, la par condicio non garantisce più il corretto svolgimento della campagna elettorale nella Tv pubblica perché consente a ministri e sottosegretari di aggiungersi ai rappresentanti della maggioranza negli ultimi giorni della campagna elettorale, in questo caso per le elezioni Europee dell’8 e 9 giugno, con la scusa delle loro attività istituzionali. Un atto di forza grave e pericoloso».

«I rappresentanti della maggioranza in commissione sono andati oltre la decenza. Le opposizioni hanno votato compatte contro gli emendamenti presentati in commissione. Prendiamo atto, come Partito Democratico, che la presidente Meloni considera la Rai cosa sua. Da oggi avremo due regolamenti per la par condicio. Uno redatto dall’Agcom per le emittenti private e l’altro scritto nelle stanze di palazzo Chigi per l’emittente pubblica. Dunque, la questione del controllo politico sull’informazione nel nostro Paese è sempre più drammatica. L’articolo 21 della Costituzione è a rischio. Non si cambiano le regole mentre è in corso la campagna elettorale», conclude.

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