Conte (M5s): "Perdere l'Abruzzo sarebbe un duro colpo per la destra. Il bacio di Biden? Meloni ha illuso gli elettori"
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Conte (M5s): "Perdere l'Abruzzo sarebbe un duro colpo per la destra. Il bacio di Biden? Meloni ha illuso gli elettori"

Conte a Fanpage attacca Giorgia Meloni per la visita a Washington: "Biden è ben lieto e contento di poter baciare in testa un alleato così fidato, così fedele e così acquiescente alle proprie istruzioni".  

Conte (M5s): "Perdere l'Abruzzo sarebbe un duro colpo per la destra. Il bacio di Biden? Meloni ha illuso gli elettori"
Giuseppe Conte e Giorgia Meloni
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7 Marzo 2024 - 14.53


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Giuseppe Conte, leader del M5s, in una lunga intervista a Fanpage ha parlato delle prossime elezioni in Abruzzo. Dopo la vittoria del centrosinistra in Sardegna, D’Amico potrebbe rappresentare un’ulteriore sorpresa. «Sicuramente sarebbe un duro colpo per Giorgia Meloni. E per Fratelli d’Italia, perché l’Abruzzo è diventato un po’ il feudo di FdI, la succursale della sezione di Colle Oppio». 

«Marco Marsilio è una persona fidatissima, è stato messo lì creando un sistema di potere direttamente ricollegabile al partito guidato da Roma. Ma proprio per imprimere una svolta, rispetto al grande e diffuso malcontento che c’è in Abruzzo, noi per prima cosa abbiamo pensato: è possibile su 1.300.000 abruzzesi non è possibile affidare la guida del governo regionale a un abruzzese doc?». 

«Possibile che non ci sia una persona seria, competente e capace? Ecco, questa persona noi l’abbiamo trovata in Luciano D’Amico. Quindi, per rispondere al malcontento diffuso in materia di sanità, di infrastrutture ,di protezione delle bellissime risorse naturali, abbiamo pensato di costruire un nuovo progetto ed affidarlo a un abruzzese. L’Abruzzo, agli abruzzesi». 

«Io credo che in Sardegna abbia influito anche il fatto che in qualche misura Giorgia Meloni abbia voluto dare il proprio imprinting. Bisogna considerare che c’è molta insoddisfazione per questo governo nazionale, per l’attività di governo».

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«Tra giravolte e tradimenti c’è stata una perdita di credibilità anche di Meloni e del governo nazionale. Il fatto di aver voluto mettere il timbro nella scelta del candidato, Paolo Truzzu, umiliando anche gli alleati, così come il fatto di essere venuta a fare un comizio finale alla velocità della luce, senza fermarsi a parlare con i cittadini, sicuramente può aver inciso nel risultato».

«Io credo che il Movimento cinque Stelle abbia dato un grande contributo, perché abbiamo spinto il governo a chiarire, senza nessuna ambiguità, che questa missione ha scopi difensivi. Si tratta cioè di garantire il transito alle flotte mercantili nel Mar Rosso e da questo punto di vista, quindi, riguarda l’interesse nazionale, europeo e internazionale che va assolutamente salvaguardato». 

«Ma ci siamo premurati che il governo non abbia alcuna tentazione di confondere questo obiettivo economico legittimo con obiettivi militari strategici che invece non ci appartengono affatto. E abbiamo anche imposto al governo di venire a riferire costantemente in Parlamento: non permetteremo che possa travalicare questi limiti e confini ben precisi». 

Il leader M5S punta il dito anche contro la politica portata avanti dal governo sul conflitto israeliano-palestinese. «Era chiaro che sarebbe arrivata una reazione che si preannunciava potenzialmente sproporzionata – osserva – e così sta accadendo, assolutamente». 

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«Bisognava, invece, subito avvertire Netanyahu e il suo governo a trazione ultradestra radicale conservatrice che non avremmo tollerato, che noi li avremmo assecondati in una reazione del genere. Dopodiché ovviamente vi sono state occasioni concrete: per due volte si è votato una risoluzione per il cessate il fuoco all’assemblea delle Nazioni Unite e il nostro governo, pilatescamente, si è astenuto».

Per quanto riguarda l’Ucraina, invece, Conte ribadisce che quella usata sinora è stata «una strategia militare fallimentare. Se avessimo investito sforzi diplomatici, politici, tutte le nostre risorse anche in termini di energie, per un negoziato di pace, non abbiamo la sfera di cristallo, ma forse adesso una via d’uscita l’avremmo». 

«Avremmo dovuto coinvolgere anche la Cina avremmo dovuto anche farci aiutare degli altri Paesi Brics. Però per logiche assolutamente belliche si è cercato di spaccare il mondo in due e questi sono i risultati».  

«Il problema non è la visita a Washington, ma Giorgia Meloni ha illuso grandemente il suo elettorato: ha preso voti dicendo che l’Italia avrebbe riacquistato una credibilità che secondo lei aveva perduto e soprattutto avrebbe difeso interessi nazionali con grandissima forza e vigore. Ma ora mi sembra che a Bruxelles assolutamente non batta assolutamente un colpo, perché da ultimo ha accettato un Patto di stabilità e crescita, l’accordo franco tedesco, che ci mortifica, mortifica la nostra economia enormemente per tutti gli anni a venire».  

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«E a Washington non ha fatto altro che seguire in modo pedissequo e passivo le indicazioni che arrivano su tutti i fronti internazionali. E allora io dico: se esiste una Alleanza Atlantica, il Movimento Cinque Stelle ci vuole stare, questo non lo mettiamo assolutamente in discussione, ma con gli alleati si parla, si discute e si cerca anche di indirizzare a soluzioni quelle che sono le questioni internazionali più spinose, tutelando gli interessi nazionali, quelli europei e ovviamente privilegiando la pace alla guerra».

«Tutto questo non sta accadendo. E addirittura Giorgia Meloni si ritrova anche in ritardo, quando gli Stati Uniti sterzano, com’è successo a Gaza, dove si sono resi conto che questa carneficina non può continuare e quindi hanno tolto la copertura politica a Israele». Quindi la sua non era una critica a Joe Biden? «Biden dal suo punto di vista – ha risposto il leader M5S – svolge la sua azione politica, che è quella di essere ben lieto e contento di poter baciare in testa un alleato così fidato, così fedele e così acquiescente alle proprie istruzioni».  

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