Orlando (Pd) incalza Conte: "Dica se non vuole costruire l'alternativa a Meloni"
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Orlando (Pd) incalza Conte: "Dica se non vuole costruire l'alternativa a Meloni"

 Lo ha detto il deputato Pd ed ex Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, in una intervista a Il Manifesto

Orlando (Pd) incalza Conte: "Dica se non vuole costruire l'alternativa a Meloni"
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3 Febbraio 2024 - 12.03


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Da che parte sta Conte? L’avvocato del popolo non manca mai di lanciare frecciate contro i democratici in qualche modo minando le ipotesi di alleanza che con questo sistema elettorale è indispensabile per battare la destra.

«Una coalizione tra le forze alternative alle destre è una strada obbligata e anche possibile guardando ai contenuti, corrisponde a una domanda che c’è nell’elettorato. Di Conte apprezzo il senso di responsabilità e anche il coraggio con cui ha gestito la pandemia. E il modo in cui ha accompagnato sino a qui l’evoluzione del M5s. Quando però Speranza gli ha fatto notare lo stupore per le sue posizioni su Trump, lui ha dato una riposta piccata e risentita, quasi sul piano personale, accusando il Pd di bellicismo. Come se non fosse il leader di una forza politica che, come il Pd, ha la necessità di costruire una coalizione. Mi domando come abbia fatto il leader 5s a non accorgersi che quell’accusa avrebbe messo in moto un meccanismo che intralcia il percorso unitario: le parole pesano, quello è un marchio che ci indica come persone che amano le guerre. E proprio nel momento in cui nel Pd matura una posizione più avanzata sul conflitto in Medio Oriente».

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 Lo ha detto il deputato Pd ed ex Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, in una intervista a Il Manifesto

“Non è semplice guidare le spinte diverse che ci sono nel M5S fin dalle origini, conseguenza anche della crisi del sistema politico: si tratta di un lavoro faticoso che rispetto, ma che non può essere fatto – sottolinea Orlando – a spese dei potenziali alleati. Oppure, se qualcuno pensa di collocarsi stabilmente all’opposizione lasciando il governo a Meloni a tempo indeterminato, meglio che lo dica subito. La postura radicale si combina male con l’inconcludenza nella costruzione dell’alternativa. Credo che gli elettori apprezzino il nostro atteggiamento unitario, questo però non deve impedirci forme di deterrenza: Elly ha fatto bene a marcare questo punto con equilibrio». 

Quanto alle intese per le regionali «forse Conte pensa che, correndo da solo, il Movimento possa raccogliere più voto di protesta, magari ottenendo l’1% in più: un calcolo miope. Una forza politica si misura anche dalla capacità di indicare una prospettiva. E correre sapendo già di perdere non dimostra una grande visione». Rispondendo ad una domanda se ci sia un problema di disagio dei cattolici nel Pd o se sia usato dai moderati per contestare una leader più spostata a sinistra, secondo Orlando «c’è in effetti un utilizzo improprio della questione, che non aiuta ad affrontare i temi che realmente richiamano la coscienza. Mi spiego: oggi dove sta scritto che cattolico sia sinonimo di moderato? Spesso sulla critica al capitalismo sono più netti dei laici. Evitiamo dunque i retaggi del secolo scorso. Poi è vero che nel Pd occorre evitare polarizzazioni sui temi etici, riaffermando il principio della libertà di coscienza». 

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Quanto ad eventuali fuoriuscite di cattolici, secondo Orlando «non vedo questo rischio, non c’è nessuna messa al bando di posizioni che hanno piena cittadinanza». «Se si fa di ogni passaggio elettorale – aggiunge l’ex ministro dem in riferimento alle europee – l’ultima spiaggia non si costruisce niente: rifondare il Pd è più complicato che costruire Roma. E allora non bastò un giorno».

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