Francesco non rinuncia ad ammonire i responsabili politici delle guerre che travagliano il mondo
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Francesco non rinuncia ad ammonire i responsabili politici delle guerre che travagliano il mondo

Francesco parla con rinnovata forte preoccupazione per il disastro umanitario e civile in Medio Oriente e l’incapacità di avviare almeno una sosta

Francesco non rinuncia ad ammonire i responsabili politici delle guerre che travagliano il mondo
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Nuccio Fava Modifica articolo

26 Dicembre 2023 - 22.35


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Non rinuncia il Papa ad ammonire i responsabili politici delle guerre che travagliano il mondo. Con rinnovata forte preoccupazione per il disastro umanitario e civile in Medio Oriente e l’incapacità di avviare almeno una sosta per risparmiare vite umane, compresi bambini con una spietatezza che ricorda le Scritture già ai tempi della nascita del redentore. Immediata la rinnovata richiesta di liberazione dei prigionieri sequestrati in mano ad Hamas per un rifiuto di trovare finalmente un accordo richiesto con grandi manifestazioni quotidiane anche da parte israeliana. 

Una condizione al massimo di disumanità accompagnata da una volontà di potenza che risulta esplicitamente orientata a proseguire ancora per mesi e mesi lo scontro militare fino alla distruzione di Hamas e ad un controllo successivo dell’intera Palestina. Il papa ricorda con voce commossa anche la situazione dell’Ucraina colpita dalle armate di Putin anche nel giorno di Natale, con missili e artiglieria pesante contro abitazioni, scuole e ospedali.

Ma Papa Francesco vuole ricordare le persecuzioni, come ai tempi di Santo Stefano che proseguono e si aggravano contro i Cristiani nel mondo che svolgono eroicamente la loro missione di collaborazione e di servizio verso popolazioni gravate da regimi autoritari e da scontri tribali anche a mezzo di predoni violenti e rapaci che assalgono e rapinano spietatamente le comunità cristiane. Queste compiono solo azioni benefiche e di assistenza nei confronti di popolazioni prive di tutto, addirittura degli scarsi pozzi di acqua e di terreni e capanne desolate. 

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Ne ha parlato con conoscenza e competenza Don Filippo Di Giacomo che abitualmente accompagna e viaggia con Papa Francesco e commenta le maggiori funzioni in San Pietro.

Richiesto di un giudizio sulla salute del Papa afferma che sono due i viaggi annunciati: nella sua amata Argentina e a Lovanio per i 500 anni della famosa Università Cattolica. Aggiunge infine che mentre celebrava messa in una chiesa Argentina al tempo della dittatura dei generali con le manifestazioni settimanali delle “madri coraggio” ad un miliziano che interrompeva la sua omelia urlando slogan a favore dei generali rispose con tono severo e fermo: “vada a fare la sua propaganda altrove, non in chiesa dove si prega e si parla in favore della dignità e della libertà di tutti gli uomini, anche in Argentina”.

Del resto sono note le sue battaglie per la pace ed un assetto del mondo costruito nel dialogo e nella solidarietà, nella giustizia e nel bene comune, anche riguardo agli enormi problemi che assillano il mondo, specie i più poveri per i cataclismi delle condizioni climatiche e gli immensi disastri che provocano. A proposito anche questo capodanno rischia poca neve e difficoltà anche economiche per gli operatori del settore e i tanti sciatori amanti della montagna.

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Personalmente anche io ho rinunciato all’invito di amici bresciani di recarmi a Ponte di legno, non certo più per sciare, alla mia età e con un ginocchio disastrato che mi costringe all’uso del bastone. Non sono per tanto colpito dall’abbandono dell’attività sportiva ormai da tempo ma vedo i figli dei miei amici che tornano tristi dal passo Tonale e mettono a prova le loro energie nei balli e nelle cene generose della sera. 

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