Riforme, Boccia (Pd) avverte il governo: "Il Presidente della Repubblica non si tocca"
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Riforme, Boccia (Pd) avverte il governo: "Il Presidente della Repubblica non si tocca"

Riforme, Boccia (Pd): "Mi pare di capire, dalle parole di Giorgia Meloni, che questo che stiamo facendo sia un primo giro per ascoltare le posizioni delle opposizioni e ci auguriamo che non ci sia una tesi, una proposta predefinita".

Riforme, Boccia (Pd) avverte il governo: "Il Presidente della Repubblica non si tocca"
Francesco Boccia
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10 Maggio 2023 - 09.52


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L’incontro tra governo Meloni e opposizioni sul tema delle riforme istituzionali ha aperto un confronto che ha mostrato tutte le differenze di vedute tra le forze in campo. Francesco Boccia, capogruppo al Senato del Pd, ribadisce la linea dei democratici. 

«Il Pd dice una cosa semplice: se il governo ha già deciso facciamo fatica a comprendere quello che stiamo facendo. Noi ci aspettiamo di discutere delle priorità del paese, del lavoro, della casa, del PNRR. Ora il governo ha deciso di aprire il cantiere delle riforme. Bene, se lo si apre lo si apre per un confronto vero, per ascoltarsi. Mi pare di capire, dalle parole di Giorgia Meloni, che questo che stiamo facendo sia un primo giro per ascoltare le posizioni delle opposizioni e ci auguriamo che non ci sia una tesi, una proposta predefinita perché quella non aiuterebbe il dialogo. Noi partiamo da un presupposto: il Presidente della Repubblica, garante dell’unità nazionale, non si tocca».

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«Serve maggiore stabilità ed efficienza del sistema? Siamo d’accordo, ma non possiamo indebolire ulteriormente il Parlamento, se no salterebbe il pilastro della nostra Repubblica. Discutiamo subito allora anche dell’articolo 49 e della legge sui partiti, di una legge sul conflitto di interessi, di una nuova legge elettorale, con la cancellazione delle liste bloccate punto sul quale mi sembra ci possa essere consonanza di vedute tra Giorgia Meloni e Elly Schlein».

«Se discutiamo di questo possiamo discutere anche di riforme costituzionali. A noi interessa rafforzare e rendere più efficiente in Parlamento, perché la nostra è una repubblica parlamentare e, ad esempio, siamo disponibili a discutere dello strumento della fiducia costruttiva. Ma ora la proposta spetta al governo».

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