Berlusconi omaggia il 25 aprile ma non usa mai le parole fascismo e antifascismo
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Berlusconi omaggia il 25 aprile ma non usa mai le parole fascismo e antifascismo

Berlusconi ricorda il suo discorso di Onna ma sta bene attendo a non condannare esplicitamente il fascismo e Berlusconi e non parla mai del valore dell'antifascismo

Berlusconi omaggia il 25 aprile ma non usa mai le parole fascismo e antifascismo
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24 Aprile 2023 - 21.54


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Berlusconi ha la responsabilità politica e morale di aver sdoganato i fascisti (sono le sue parole) creando le condizioni perché un poco alla volta i missini e post missini diventati forza di governo cercassero di legittimare il loro revisionismo storico tutto proteso a denigrare la Resistenza e la lotta di Liberazione e a giustificare il fascismo e cavalcare i nostalgici di Mussolini.

E in linea con questa deriva culturale Silvio Berlusconi ha parlato del 25 aprile alla sua maniera filo-reviisionista: senza condannare esplicitamente il fascismo e Mussolini (che non nomina proprio) e senza riconoscere il valore dell’antifascismo intorno al quale le forze del Cln parteciparono alla Liberazione dell’Italia.

Del resto basta leggere i giornali e le tv di famiglia di Berlusconi per vedere quanto spazio abbia da quelle parti la delegittimazione della resistenza e della lotta partigiana.

«Nel 2009, poche settimane dopo il terribile terremoto che colpì l’Aquila, mi recai a Onna per celebrare la Festa della Liberazione. Avevo scelto quel piccolo comune d’Abruzzo, che era stato teatro di una tremenda strage operata dai nazisti durante la guerra e che aveva subito profondi danni e gravi perdite per il terremoto, perché avevo visto nello slancio di solidarietà che aveva unito tutti gli italiani alle popolazioni colpite, lo stesso spirito che tanti anni prima aveva consentito all’Italia di risorgere dalle rovine della guerra».

Lo dichiara il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, in una nota.

«In quella occasione avevo rievocato lo `spirito di unità nazionale´ che animò tutti i protagonisti della resistenza che seppero accantonare le differenze più profonde, politiche, religiose, sociali, per combattere insieme una battaglia di civiltà e di libertà per se stessi e per i loro figli – aggiunge l’ex premier -. I cattolici e i comunisti, i liberali e i socialisti, i monarchici e gli azionisti, e con loro i militari rimasti fedeli non ad un’idea politica ma all’onore della Patria, pur mossi da ideali profondamente diversi e da una diversa visione del futuro della Nazione, di fronte a un dramma comune, scrissero, ciascuno per la propria parte, ma con eguali dignità e passione, una grande pagina della nostra storia. Una straordinaria pagina sulla quale si fonda la nostra Costituzione, baluardo delle nostre libertà e dei nostri diritti. Noi siamo un grande popolo, capace di rimanere unito di fronte alle emergenze e che, all’occorrenza, oggi come ieri, è capace di superare ogni divisione e ogni contrasto per conseguire il bene dell’Italia e degli italiani».

«Questo – conclude – è un patrimonio, un principio fondante della nostra convivenza civile, che appartiene a tutti gli italiani, senza esclusione alcuna. L’anniversario del 25 aprile 1945 è dunque l’occasione per riflettere sul passato, ma anche per ragionare sul presente e sull’avvenire di questo nostro meraviglioso Paese. E dunque:; Viva il 25 aprile, la festa della libertà, della pace e della democrazia. La festa di tutti gli italiani che amano la libertà e vogliono restare liberi!».

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