Cuperlo: "Una scissione del Pd sarebbe una sconfitta per tutti e un regalo alla destra"
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Cuperlo: "Una scissione del Pd sarebbe una sconfitta per tutti e un regalo alla destra"

Gianni Cuperlo, in corsa per la segreteria del Partito Democratico: "Il cattolicesimo democratico è una delle tradizioni portanti del progetto al pari della sinistra storica, dell'ambientalismo, del pensiero femminista"

Cuperlo: "Una scissione del Pd sarebbe una sconfitta per tutti e un regalo alla destra"
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22 Gennaio 2023 - 16.18


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Qual è il problema del Pd? È che è l’insieme di cose molto diverse tra di loro e tenerle insieme è un gioco di equilibrismi la cui alternativa è lo strappo o, dall’altro lato, l’immobilismo.

Se «anche una sola delle culture fondatrici del Pd dovesse decidere che i sentieri si dividono sarebbe una sconfitta per tutti».

Lo ha detto in un’intervista Gianni Cuperlo, in corsa per la segreteria del Partito Democratico. «Il cattolicesimo democratico è una delle tradizioni portanti del progetto al pari della sinistra storica, dell’ambientalismo, del pensiero femminista e della cultura dei diritti – aggiunge -. Non può e non deve esserci nessuna scissione anche perché sarebbe il regalo migliore che potremmo fare alla destra».

Per quanto riguarda un possibile cambio di nome, «al sostantivo `partito´ e all’aggettivo `democratico´ ero e resto affezionato – commenta -. Capisco lo spirito della proposta del sindaco di Bologna Matteo Lepore, ma credo che, mai come oggi, dobbiamo vedere l’attacco alla democrazia e trarne la conferma che la battaglia dei prossimi anni sarà su questo. Confermerei la nostra identità anche come scelta che guarda al conflitto centrale di questo tempo storico, quello tra democrazia e autocrazie».

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Il Manifesto del Pd «è un contributo prezioso che integra la Carta dei valori scritta sedici anni fa. Nel mezzo è cambiato il mondo, ma i valori restano scolpiti, il punto è come farli vivere nella società di oggi e di domani». Nell’inseguire modelli «abbiamo spesso finito col rinunciare a noi stessi – osserva -. Oggi la prova è investire su di noi, dire chi siamo e quale parte del Paese vogliamo promuovere, emancipare, rappresentare».

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