Il tour di Veronesi: dal Pd al Terzo Polo fino a Giorgia Meloni (e la Lega si arrabbia)
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Il tour di Veronesi: dal Pd al Terzo Polo fino a Giorgia Meloni (e la Lega si arrabbia)

Il direttore Alberto Veronesi in due anni è passato dal Pd a Fratelli d'Italia con una tappa da Calenda. Ma la Lega lo vuole cacciare dal comitato pucciniano.

Il tour di Veronesi: dal Pd al Terzo Polo fino a Giorgia Meloni (e la Lega si arrabbia)
Alberto Veronesi
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14 Gennaio 2023 - 19.10


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Il capogruppo consiliare della Lega al Comune di Viareggio (Lucca) si esprime rispetto alla candidatura ufficiale del direttore d’orchestra Alberto Veronesi per Fratelli d’Italia alle Regionali in Lombardia. Queste le sue parole: «Non intendiamo entrare nel merito della scelta dei candidati operata in Lombardia e da parte di altri partiti, non ci riguarda, ma certamente non possiamo non avere le nostre opinioni su chi, in due anni, passa dal Pd, al Terzo Polo a Fdi», il maestro «Alberto Veronesi è libero di cambiare idea e di candidarsi con chi vuole, è suo diritto ma non può per questo rovinare l’immagine del Comitato Pucciniano chiamato a dare lustro ad uno degli appuntamenti più importanti del nostro territorio», quindi «faccia la sua corsa in Lombardia ma si dimetta subito dal ruolo di presidente di questo ente che non è più in grado di rappresentare con modalità opportune e secondo criteri gestionali condivisi».

«A noi – conclude il gruppo consiliare del Carroccio – stanno a cuore in primo luogo le Celebrazioni Pucciniane per i 100 anni della morte di Giacomo Puccini e della prima rappresentazione di Turandot e non possiamo condividere che un tale rappresentante mondiale della nostra comunità e della nostra storia possa subire tale trattamento che ci sta facendo portare per bocca a livello internazionale».

La Lega ricorda l’interrogazione presentata in Consiglio Regionale della Toscana da Massimiliano Baldini «che sarà discussa nella seduta pomeridiana del 17 gennaio» e che «fu presentata già dal 5 dicembre scorso per far luce su una gestione, profondamente criticata dai membri e dai sindaci delle città `pucciniane´ che ha visto dimissioni a raffica dei componenti e costante carenza dei numeri per approvare un bilancio ancora fermo al palo».

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