Letta contro Calenda e M5s: "Fanno opposizione solo al Pd, intanto la destra più destra di sempre governa"
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Letta contro Calenda e M5s: "Fanno opposizione solo al Pd, intanto la destra più destra di sempre governa"

Letta contro M5s e Calenda: "La destra ha vinto le elezioni e Giorgia Meloni governa l'Italia. Eppure, tutti e tre ritengono che fare opposizione al Pd sia più redditizio che fare opposizione al governo più a destra della storia della Repubblica".

Letta contro Calenda e M5s: "Fanno opposizione solo al Pd, intanto la destra più destra di sempre governa"
Enrico Letta
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10 Novembre 2022 - 10.42


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Enrico Letta si sfoga in un’intervista al Corriere della Sera e attacca il M5s e Carlo Calenda. Il segretario del Pd ha parlato di un’opposizione spaccata tra rancori e interessi personali, con l’unica a giovarne la destra di governo guidata da Giorgia Meloni.

«Come prima, peggio di prima. Per M5S e Terzo polo la nuova legislatura è iniziata come era finita la precedente. Tutti contro il Pd: Calenda, Conte e Renzi sono ancora in campagna elettorale».

«Stessi i toni, simili le forzature dialettiche, a dimostrazione che, quando si tratta di piccoli interessi di parte, alla fine possono emergere paradossali affinità elettive anche tra chi ha passato anni a farsi reciprocamente la guerra e a porre a noi estenuanti veti incrociati. Nel mentre la destra ha vinto le elezioni e Giorgia Meloni governa l’Italia. Eppure, tutti e tre ritengono che fare opposizione al Pd sia più redditizio che fare opposizione al governo più a destra della storia della Repubblica. È una scelta priva del benché minimo senso di responsabilità istituzionale. E non lo dico per le potenziali conseguenze sul Pd».

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«Lo dico per le ripercussioni certe sull’Italia. Chi fosse Giorgia Meloni e che tipo di posizionamento avesse la sua coalizione era noto prima del voto. Noto a noi, quantomeno. L’esordio del governo ha surclassato ogni previsione. Un debutto a base di selezione anticostituzionale dei migranti, tentativi di compressione della libera espressione del dissenso, afonia sul lavoro e contro il caro vita, tentennamenti sulla politica economica. Dalle promesse elettorali a una navigazione subito incerta e con una visione di cortissimo respiro».

«Di fronte a questo l’Italia avrebbe bisogno di un’opposizione doppiamente solida, in grado di convogliare tutte le energie per contrastare la destra anzitutto sulle misure contro recessione, inflazione, malessere sociale. Per conto nostro ci siamo mossi con spirito unitario chiedendo un coordinamento delle opposizioni. Un segnale di debolezza, per taluni. La conferma, a mio parere, della funzione di presidio delle istituzioni e dell’interesse generale che è parte dell’identità Pd. È un ruolo che rivendichiamo con orgoglio: prima, sempre, viene il Paese. Anche quando la convenienza contingente suggerirebbe il contrario. È la nostra storia ed è una cultura politica che esalta la comunità e il bene comune e che vive l’impegno politico per il tramite della funzione di intermediazione attribuita dalla Costituzione al partito. E il Pd è un partito. Un partito che non è proprietà di nessuno se non dei suoi iscritti, militanti, elettori».

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