Meloni, lugubre discorso reazionario: mancava solo il balcone
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Meloni, lugubre discorso reazionario: mancava solo il balcone

Il discorso di Giorgia Meloni è stato in linea con le sue volontà reazionarie e oscurantiste. Fisco, ambiente, migranti, stesse linee di Bolsonaro, Orban, Trump e dei polacchi. Aspettiamoci tempi oscuri

Meloni, lugubre discorso reazionario: mancava solo il balcone
Giorgia Meloni
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25 Ottobre 2022 - 12.44


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Un lugubre discorso reazionario. Dalla parte delle corporazioni e non degli italiani, criminalizzazione degli stranieri (ricordate i campanelli di Bologna ripresi dai consiglieri di Fratelli d’Italia) linea Bolsonaro sulla pandemia con l’assenza di politiche di contrasto per non danneggiare le corporazioni di riferimento, cemento, nucleare, islamofobia e zero diritti civili. Mancava solo il balcone e la mascella volitiva. Per il resta c’è stato tutto il peggio della retorica dell’estrema destra post missina piena di nostalgici di Mussolini, a cominciare dal presidente del Senato.

Il discorso

Giorgia Meloni, nel suo discorso alla Camera, ha iniziato ricordando di essere la prima donna alla guida del governo italiano. “Tra i tanti pesi che sento gravare sulle mie spalle oggi, non può non esserci anche quello di essere la prima donna a capo del governo in questa Nazione. Quando mi soffermo sulla portata di questo fatto, mi ritrovo inevitabilmente a pensare alla responsabilità che ho di fronte alle tante donne che in questo momento affrontano difficoltà grandi e ingiuste per affermare il proprio talento o il diritto di vedere apprezzati i loro sacrifici quotidiani”.

“Ma penso anche, con riverenza, a coloro che hanno costruito con le assi del proprio esempio la scala che oggi consente a me di salire e rompere il pesante tetto di cristallo posto sulle nostre teste”. 

La dedica alle donne

“Donne che hanno osato per impeto, per ragione, o per amore. Come Cristina (Trivulzio di Belgioioso, ndr), elegante organizzatrice di salotti e barricate. O come Rosalie (Montmasson ndr), testarda al punto da partire con i Mille che fecero l’Italia. Come Alfonsina (Strada ndr) che pedalò forte contro il vento del pregiudizio. Come Maria (Montessori ndr) o Grazia (Deledda ndr) che con il loro esempio spalancarono i cancelli dell’istruzione alle bambine di tutto il Paese”.

“E poi Tina (Anselmi ndr), Nilde (Jotti, ndr), Rita (Levi Montalcini, ndr ), Oriana (Fallaci, ndr), Ilaria (Alpi, ndr), Mariagrazia (Cutuli, , ndr), Fabiola (Giannotti, ndr), Marta (Cartabia, ndr), Elisabetta (Casellati, ndr), Samantha (Cristoforetti, ndr), Chiara (Corbella Petrillo, ndr). Grazie, Grazie per aver dimostrato il valore delle donne italiane, come spero di riuscire a fare anche io”, conclude nel suo passaggio dedicato alle donne.

La collocazione in Ue e nel Patto Atlantico

“Grazie a vertici istituzioni comunitarie” per gli auguri, “non mi sfugge la curiosità e l’interesse per la postura che il governo terrà dentro le istituzioni europee: l’Italia farà sentire forte la sua voce come fondatrice non per frenare o sabotare l’integrazione ma per contribuirla a indirizzarla a una maggiore efficacia”. 

“L’Italia è a pieno titolo parte dell’Occidente e del suo sistema di alleanze, è stato fondatore dell’Unione Europea e dell’Alleanza Atlantica, membro del G7, e prima di tutto questo, culla, insieme alla Grecia, della sua civiltà occidentale e del suo sistema di valori, fondato su libertà, uguaglianza e democrazia”.

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La dura battaglia sul fronte economico e fiscale

Il governo «è già al lavoro sulla leggi di bilancio». Il contesto economico «è il più difficile dal dopoguerra ad oggi», afferma. «Il 2023 sarà un anno di recessione, non è una congiuntura isolata. I dati sono chiari», osserva il presidente del Consiglio. I precedenti governi che si sono succeduti «sono stati deboli» senza riuscire a dare un indirizzo alla crescita del Paese, rimarca Meloni.

Giorgia Meloni pensa a una “rivoluzione copernicana” da cui “dovrà nascere un nuovo patto fiscale, che poggerà su tre pilastri Il primo: ridurre la pressione fiscale su imprese e famiglie attraverso una riforma all’insegna dell’equità: con la progressiva introduzione del quoziente familiare l’estensione della tassa piatta per le partite Iva dagli attuali 65 mila euro a 100 mila euro di fatturato. E, accanto a questa, introduzione della tassa piatta sull’incremento di reddito rispetto al massimo raggiunto nel triennio precedente”.

Si tratta, ha spiegato, di “una misura virtuosa, con limitato impatto per le casse dello Stato e che può essere un forte incentivo alla crescita. Il secondo: una tregua fiscale per consentire a cittadini e imprese (in particolare alle PMI) in difficoltà di regolarizzare la propria posizione con il fisco. Il terzo: una serrata lotta all’evasione fiscale (a partire da evasori totali, grandi imprese e grandi frodi sull’Iva) con una vera lotta all’evasione e non caccia al gettito”, “accompagnata da una modifica dei criteri di valutazione dei risultati dell’Agenzia delle Entrate, che vogliamo ancorare agli importi effettivamente incassati e non alle semplici contestazioni, come incredibilmente avvenuto finora”.

“Io sono una underdog”

“Sono la prima donna incaricata come premier, provengo da un’area culturale che è stata spesso confinata ai margini della Repubblica, e non sono certo arrivata fin qui fra le braccia di un contesto familiare e di amicizie influenti. Rappresento ciò che gli inglesi chiamerebbero l’underdog. Lo sfavorito, che per affermarsi deve stravolgere tutti i pronostici. Intendo farlo ancora, stravolgere i pronostici, con l’aiuto di una valida squadra di ministri, con la fiducia e il lavoro di chi voterà favorevolmente, e con gli spunti che arriveranno dalle critiche di coloro che voteranno contro”.

Il tema dei migranti

“Perché non intendiamo in alcun modo mettere in discussione il diritto d’asilo per chi fugge da guerre e persecuzioni. Tutto quello che vogliamo fare in rapporto a tema immigrazione è impedire che la selezione di ingresso in Italia la facciano gli scafisti”.

“Forse la più importante” cosa da fare sul fronte delle migrazioni è “rimuovere le cause che portano i migranti, soprattutto i più giovani, ad abbandonare la propria terra, le proprie radici culturali, la propria famiglia per cercare una vita migliore in Europa. Il prossimo 27 ottobre ricorrerà il sessantesimo anniversario della morte di Enrico Mattei, un grande italiano. Ecco, credo che l’Italia debba farsi promotrice di un “piano Mattei” per l’Africa, un modello virtuoso di collaborazione e di crescita tra Ue e nazioni africane”.

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“Con la stessa determinazione rivedremo anche la riforma dell’ordinamento giudiziario, per mettere fine alle logiche correntizie che minano la credibilità della magistratura italiana. E permettetemi una chiosa finale: abbiamo assunto l’impegno di limitare l’eccesso di discrezionalità nella giustizia minorile, con procedure di affidamento e di adozione garantite e oggettive, perché non ci siano mai più casi Bibbiano, e intendiamo portarlo a termine”.

“In politica grazie a Paolo Borsellino”

La legalità sarà la stella polare dell’azione di governo. Ho iniziato a fare politica a 15 anni, il giorno dopo la strage di Via D’Amelio, nella quale la mafia uccise Paolo Borsellino, spinta dall’idea che non si potesse rimanere a guardare, che la rabbia e l’indignazione andassero tradotte in impegno civico. Il percorso che mi ha portato oggi a essere Presidente del Consiglio nasce dall’esempio di quell’eroe”. Lo ha detto Giorgia Meloni. “Affronteremo il cancro mafioso a testa alta”, in “prima linea”, come ci hanno insegnato i tanti eroi che con il loro coraggio hanno dato l’esempio”. I criminali avranno disprezzo e inflessibilità”. 

“Legalità vuol dire anche una giustizia che funzioni, con una effettiva parità tra accusa e difesa e una durata ragionevole dei processi, che non è solo una questione di civiltà giuridica e di rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini, ma anche di crescita economica: la lentezza della giustizia ci costa almeno un punto di pil l’anno secondo le stime di Bankitalia”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “Lavoreremo per restituire ai cittadini la garanzia di vivere in una Nazione sicura, rimettendo al centro il principio fondamentale della certezza della pena, grazie anche a un nuovo piano carceri”, ha aggiunto.

Le misure contro il Covid

”Purtroppo non possiamo escludere una nuova ondata di Covid o l’insorgere in futuro di una nuova pandemia. Ma possiamo imparare dal passato per farci trovare pronti”.

“Diceva Montesquieu che “La libertà è quel bene che fa godere di ogni altro bene”. La libertà è il fondamento di una vera società delle opportunità; è la libertà che deve guidare il nostro agire; libertà di essere, di fare, di produrre. Un governo di centrodestra non limiterà mai le libertà esistenti di cittadini e imprese. Vedremo alla prova dei fatti, anche su diritti civili e aborto, chi mentiva e chi diceva la verità in campagna elettorale su quali fossero le nostre reali intenzioni”. Lo afferma il premier Giorgia Meloni intervenendo alla Camera.

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“Non ho simpatie per le dittature, le leggi razziali il punto più basso della storia italiana”

“Ho sempre reputato le leggi razziali del 1938 il punto più basso della storia italiana, una vergogna che segnerà il nostro popolo per sempre. I totalitarismi del ‘900 hanno dilaniato l’intera Europa, non solo l’Italia, per più di mezzo secolo, in una successione di orrori che ha investito gran parte degli Stati europei”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni. “E l’orrore e i crimini, da chiunque vengano compiuti, non meritano giustificazioni di sorta, e non si compensano con altri orrori e altri crimini. Nell’abisso non si pareggiano mai i conti, si precipita e basta”.

“Penso di conoscere più di altri l’universo dell’impegno giovanile. Una meravigliosa palestra, indipendentemente dalle idee politiche che si sceglie di promuovere. Confesso che difficilmente riuscirò a non provare un moto di simpatia anche per coloro che scenderanno in piazza contro le politiche del nostro governo”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel suo discorso per la fiducia alla Camera.

“Libertà e democrazia sono gli elementi distintivi della civiltà europea contemporanea nei quali da sempre mi riconosco. E dunque, a dispetto di quello che strumentalmente si è sostenuto, non ho mai provato simpatia o vicinanza nei confronti dei regimi antidemocratici. Per nessun regime, fascismo compreso”. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel discorso per la fiducia alla Camera. 

Il sostegno alla famiglia

“C’è un’altra istituzione formativa importante, forse la più importante. Ed è la famiglia. Intendiamo sostenerla e tutelarla; e con questa sostenere la natalità”. Lo dice la premier Giorgia Meloni alla Camera. Per uscire dalla glaciazione demografica”, serve “un piano imponente, economico ma anche culturale, per riscoprire la bellezza della genitorialità e rimettere la famiglia al centro della società. Un nostro impegno” è “di aumentare gli importi dell’assegno unico e universale e di aiutare le giovani coppie ad ottenere un mutuo per la prima casa, lavorando progressivamente per l’introduzione del quoziente famigliare”.

“Il Rdc è stata una sconfitta”

“C’è un tema di povertà dilagante” da non “ignorare. Sua Santità Papa Francesco, a cui rivolgo un affettuoso saluto, ha di recente ribadito un concetto importante: ‘La povertà non si combatte con l’assistenzialismo, la porta della dignità di un uomo è il lavoro'”. Così la premier Giorgia Meloni alla Camera. “Vogliamo mantenere e, laddove possibile, aumentare il doveroso sostegno economico per i soggetti effettivamente fragili non in condizioni di lavorare”, ma “per gli altri”, “la soluzione non può essere il reddito di cittadinanza, ma il lavoro”. “Per come è stato pensato il Rdc ha rappresentato una sconfitta”, aggiunge.

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