Stefania Craxi dimentica che sta con Salvini e Berlusconi: "Basta con la fandonia degli amici di Putin"
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Stefania Craxi dimentica che sta con Salvini e Berlusconi: "Basta con la fandonia degli amici di Putin"

Stefania Craxi: "Basta con la fandonia che siamo amici di Putin". Ma dimentica di condividere partito e coalizione con Silvio Berlusconi e Matteo Salvini.

Stefania Craxi dimentica che sta con Salvini e Berlusconi: "Basta con la fandonia degli amici di Putin"
Silvio Berlusconi e Stefania Craxi
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26 Agosto 2022 - 14.44


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Stefania Craxi, senatrice e presidente della Commissione Esteri di Forza Italia, intervenendo all’evento di presentazione delle liste lombarde di Forza Italia ha provato a restituire al mittente le accuse di filoputinismo rivolte in questi mesi alla sua coalizione. Dimenticando, però, che la storia e il passato non si cancellano così facilmente.

«Forza Italia è quella forza tranquilla di cui si avvale il centrodestra, che in politica estera ha avuto coordinate da sempre molto chiare. Primo: atlantismo della ragione, senza tentennamenti e senza subalternità. Basta con questa fandonia degli amici di Putin. Se vogliamo definire un’ingenuità politica aver pensato di coinvolgere la Russia di Putin in un dialogo con l’Occidente, siamo in buona compagnia: ha provato a farlo Romano Prodi da commissario europeo, ha provato a farlo Silvio Berlusconi a Pratica di Mare, ha provato a farlo Angela Merkel, Emmanuel Macron, quasi tutto il concerto europeo, ma da quando è cominciata l’aggressione russa dell’Ucraina l’abbiamo condannata senza se e senza ma».

«Spiace per chi utilizza la politica estera per misere polemiche di carattere interno o elettorale. Spiace perché la politica estera in un Paese libero come l’Italia dev’essere, dovrebbe chiamare tutte le forze politiche a sostenere un’unica posizione coerente e chiara. Spiace perché ancora una volta questa sinistra non mostra responsabilità verso il Paese. Perché chi sulla politica estera attacca l’avversario politico, non fa il male dell’avversario, ma il male dell’Italia»

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