Quando la Lega obbedì a Putin e chiese al Governo di sospendere le sanzioni alla Russia
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Quando la Lega obbedì a Putin e chiese al Governo di sospendere le sanzioni alla Russia

Una doppia inchiesta, su L'Espresso e La Stampa, mostra come l'interrogazione per sospendere le sanzioni sia stata scritta da una collaboratrice di un oligarca russo. Novità anche per il Russiagate e il caso Savoini

Quando la Lega obbedì a Putin e chiese al Governo di sospendere le sanzioni alla Russia
Salvini e Putin
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25 Marzo 2022 - 15.38


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Su L’Espresso e su La Stampa oggi compaiono due inchieste, entrambe con al centro la Lega e i suoi rapporti con Mosca e il partito di Vladimir Putin, Russia Unita. Nella prima, di Paolo Biondani e Vittorio Malagiati, si parla di un’interrogazione parlamentare in cui si chiede al governo di sospendere le sanzioni contro la Russia varate dopo l’annessione della Crimea. Nella seconda, a firma di Jacopo Iacoboni, si parla dello scandalo Russiagate. 

Nella prima inchiesta viene fuori che il testo dell’interrogazione parlamentare  risulta scritto da una collaboratrice dell’oligarca Konstantin Malofeev, molto vicino a Vladimir Putin. Nel testo, datato 9 giugno 2016 compare una cifra, 20.000 euro. Nello stesso anno, il 9 giugno, il senatore Paolo Tosato deposita una risoluzione in cui chiede al governo di “attivarsi in tutte le sedi competenti, ed in particolare presso il Consiglio europeo, affinché vengano immediatamente sanciti il termine e la revoca di ogni sanzione nei confronti della Federazione Russa, evitando ogni ulteriore proroga, nell’interesse dell’Italia, dell’Europa e dell’intera comunità internazionale”.

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Nella risoluzione si chiede poi di attivarsi “ad affrontare la questione della Crimea e del Donbass con equilibrio, nel rispetto delle regole del diritto internazionale e della volontà democratica dei popoli e delle nazioni”. Ma questa è solo una delle decine di mail che svelano un rapporto tra Lega e Russia Unita molto più stretto di quanto volesse far credere Salvini. 

In una mail del 22 dicembre 2016, l’allora braccio destro di Salvini, Gianluca Savoini, ancora indagato a Milano per l’incontro all’hotel Metropol, si legge dell’organizzazione di un meeting a Milano con i rappresentanti di Russia Unita, ovvero il partito di Putin. Alla fine all’evento parteciperanno anche Marine Le Pen, Geert Wilders ed Heinz-Christian Strache. All’incontro dovrebbe partecipare anche Aleksandr Dugin, l’ideologo del Cremlino, lo stesso che in questi giorni dice che quella di Putin è una guerra benedetta dalla Vergine Maria. 

Jacopo Iacoboni descrive una serie di documenti ottenuti dal Dossier-Center di Mikhail Khodorkovsky, ex oligarca oggi nemico di Putin, con sede a Londra. Si racconta che a metà del 2019 i russi, sono preoccupati per la situazione in cui versa Savoini e sostengono che Salvini sia sotto l’occhio dei servizi segreti locali.

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Si cercano nuovi modi per mantenere i contatti con Salvini senza più usare Savoini come tramite. Nel marzo 2021 un’altra mail parla di un piano per creare una rete di partiti di estrema destra ed euroscettici chiamata Altintern. Si parla anche di Covid-19 e dei tentativi russi di usare la pandemia come strumento di politica estera.

“Dobbiamo riprendere i passi per ripristinare i contatti con i partiti euroscettici. Riteniamo che al momento ci sia ancora la possibilità di ripristinare i contatti con gli euroscettici per contrastare la politica delle sanzioni di Bruxelles. Tuttavia la ripresa del lavoro con loro richiede un livello di riservatezza fondamentalmente diverso, in relazione al rafforzamento dell’opposizione all’influenza russa da parte dei servizi di intelligence occidentali”, si legge nella mail.

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