Guerra in Ucraina e minacce della Russia in Italia e – in particolar modo – al ministro della Difesa Guerini accusato di essere un falco che alimenta la russofobia. Un falco irriconoscente perché, stando ai ‘putiniani’, lui aveva chiesto aiuto durante la prima ondata Covid e proprio per questo c’era stata una missione russa andata a portare aiuti a Bergamo. Ma c’ una retroscena. Ossia aver evitato lo spionaggio russo.
“Mosca non perdona a Guerini di aver agito per mettere in assoluta sicurezza le nostre infrastrutture strategiche quando nel marzo 2020 un contingente militare russo venne in Italia per l’emergenza Covid”: le minacce all’Italia “sono frutto di propaganda per oscurare il dato di realtà che il blitzkrieg è fallito”.
Così il responsabile sicurezza del Pd, Enrico Borghi. In Italia, dice ancora, “pezzi interi dell’establishment, non solo politici, ma anche economici, finanziari, della comunicazione, hanno apertamente ammiccato al putinismo” e la missione anti Covid del 2020 “si sa che fu il risultato di una telefonata tra Conte e Putin, non conosco di più. Ma ripeto che le nostre infrastrutture tecnologiche sono state tutelate”,