Sì al campo progressista, no ad un nuovo centrismo. “Noi dobbiamo essere pronti a vincere le elezioni nel 2023 con qualunque legge elettorale. E qualunque legge elettorale deve salvaguardare la prospettiva dell’alternativa tra la destra e la sinistra, e noi dobbiamo farla vivere politicamente”. Così Peppe Provenzano su Fb postando il suo intervento in Direzione Pd.
“Io penso che, nelle condizioni di oggi, una buona legge proporzionale possa farlo meglio, come in Spagna o in Germania. Perché può spingerci a fare i conti con la nostra identità e a marcare il nostro profilo politico. Ma allora sciogliamo l’equivoco, non si tratta di avere le ‘mani libere’. Il proporzionale deve spingerci a dire chi siamo noi, non a dire come devono essere gli altri nelle nostre migliori intenzioni. Da qui a un anno, la destra non va ‘educata’, va battuta”.
“Abbiamo il dovere di mettere in campo un’alternativa politica, credibile, progressista. Altrimenti rischiamo di trascinare nell’equivoco la stessa dizione di ‘campo largo’. Anche un campo largo ha bisogno di un perimetro, che è definito non dal puzzle di sigle, tantomeno dai veti. Il perimetro è definito dalle cose che vogliamo fare sul terreno sociale e su quello democratico. Sapendo che la prospettiva neocentrista non è la nostra. Che l’inseguimento al centro, di un presunto moderatismo che finiva per rappresentare la conservazione dello status quo, è stato tra le ragioni della nostra sconfitta storica. Che il nostro compito non è ricercare l’alleanza tra gli inclusi e chi li rappresenta. Ma è guardare fuori, a chi è rimasto escluso o rischia di restarci nuovamente”.