La Guardia di finanza perquisisce la casa di Conte: nel mirino consulenze per 400 mila euro
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La Guardia di finanza perquisisce la casa di Conte: nel mirino consulenze per 400 mila euro

I militari hanno chiesto all’ex premier fatture e documenti relativi a consulenze (del valore di 3-400mila euro e non tutte saldate) che ha svolto per conto di Francesco Bellavista Caltagirone.

La Guardia di finanza perquisisce la casa di Conte: nel mirino consulenze per 400 mila euro
Giuseppe Conte
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2 Febbraio 2022 - 11.45


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È successo qualche settimana fa in gran segreto: su ordine della procura di Roma, la Guardia di Finanza ha bussato alla porta di Giuseppe Conte. I militari hanno chiesto all’ex presidente del Consiglio fatture e documenti relativi a consulenze (del valore di 3-400mila euro e non tutte saldate) che l’ex premier ha svolto per conto di Francesco Bellavista Caltagirone all’epoca in cui era proprietario del gruppo Acqua Marcia. Il nuovo fascicolo d’indagine, rivela Domani, è a modello 44 (ad oggi, dunque, senza indagati) ed è planato da poco sulla scrivania della magistrata romana Maria Sabina Calabretta. La pm ha ereditato la pratica dai colleghi di Perugia che indagano da mesi sulle dichiarazioni dell’imprenditore Piero Amara.

L’indagine sulla Loggia Ungheria
Nell’occhio del ciclone ci sono alcuni incarichi risalenti agli anni 2012 e 2013. Al centro della storia c’è Amara e la fantomatica Loggia Ungheria. Interrogato nel 2019, il faccendiere ha parlato delle consulenze di Conte e del suo mentore Guido Alpa, che si sono sempre dichiarati estranei a ogni addebito. Amara ha detto di aver “raccomandato” alcuni avvocati a Fabrizio Centofanti, ex capo delle relazioni esterne di Acqua Marcia. Le nomine erano necessarie per ottenere l’omologazione del concordato davanti al tribunale di Roma. La Guardia di finanza ha effettuato analoghe perquisizioni anche nelle case di altri avvocati collegati in qualche modo alla vicenda.

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Secondo Domani gli uomini della Guardia di finanza, dopo essere stati nella casa che Conte condivide con Olivia Paladino, si sarebbero presentati da Guido Alpa. Poi hanno svolto le stesse acquisizioni di documenti a casa di Enrico Caratozzolo e Giuseppina Ivone, altri togati che hanno lavorato con Alpa e Conte. Al quotidiano risulta che sia stato Alpa a fatturare per 400 mila euro. Ma l’avvocato ne avrebbe incassati soltanto 100 mila. Una lettera firmata da Centofanti e dal figlio di Bellavista Caltagirone, Camillo, evidenziava che Conte, per effettuare una «ricognizione dei rapporti giuridici» di una società controllata (la Acquamare, nel cui cda siedeva lo stesso Amara) avrebbe ottenuto «un compenso pari a 150mila euro, oltre accessori di legge come iva e cpa».

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