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Mattarella accoglie con "stupore" il Ddl costituzionale per abolire il secondo mandato e il semestre bianco

Proposta gradita alla grande maggioranza dei costituzionalisti e in scia di quanto detto in più occasioni dallo stesso Mattarella

Mattarella accoglie con "stupore" il Ddl costituzionale per abolire il secondo mandato e il semestre bianco
Quirinale

globalist Modifica articolo

3 Dicembre 2021 - 14.45


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Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è sempre mostrato insofferente ad una sua rielezione, seppur giustificata dall’emergenza della pandemia. Secondo il Capo dello Stato il mandato è unico e non si può derogare a questa regola, seppur non scritta.

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Dal Quirinale trapela un certo stupore per le interpretazioni sul disegno di legge costituzionale per cancellare il semestre bianco e inserire il divieto di rielezione del Presidente della Repubblica.

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La circostanza che in Parlamento ci si proponga di inserire nella Costituzione questo divieto – si fa notare – è infatti motivo di ulteriore conferma della ben nota opinione dell’attuale Presidente.

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La proposta del Pd. Basta bis al Quirinale ma non da questa elezione. Un disegno di legge costituzionale depositato dal Pd prevede di modificare un paio di articoli (85 e 88) della Costituzione per sancire la non rieleggibilità immediata del presidente della Repubblica e, contestualmente, di abolire il semestre bianco, cioè quel periodo nel quale al capo dello Stato è vietato sciogliere le Camere.

Proposta gradita alla grande maggioranza dei costituzionalisti e in scia di quanto detto in più occasioni dallo stesso Mattarella. Alcuni però avevano spiegato questo ddl con la volontà di tranquillizzare Sergio Mattarella che continua a ripetere come bissare il bis di Napolitano farebbe diventare un’eccezione la norma.

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Inoltre, con gli inevitabili tempi lunghi che richiede una riforma costituzionale, ecco che si materializzerebbe un percorso che per partire prevede proprio la rielezione di Mattarella: minimo un anno per approvare la riforma, poi qualche mese di decantazione, elezioni politiche del 2023 e finalmente – dopo dimissioni costituzionalmente motivate di Mattarella – una nuova elezione del presidente della Repubblica.

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