Luca Zaia: "Imporre il lockdown ai non vaccinati sarebbe un errore: ha oggettivi limiti costituzionali"
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Luca Zaia: "Imporre il lockdown ai non vaccinati sarebbe un errore: ha oggettivi limiti costituzionali"

Il presidente della Regione Veneto: “Qualcuno può forse pensare che in questo Paese si possano accompagnare i cittadini coattamente a vaccinarsi?"

Luca Zaia, presidente della Regione Veneto
Luca Zaia, presidente della Regione Veneto
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18 Novembre 2021 - 08.31


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In questo periodo si è parlato di lockdown obbligatorio ai no vax: Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, in un’intervista al Corriere della sera si è espresso negativamente a riguardo: “Imporre il lockdown ai non vaccinati sarebbe un errore, ha oggettivi limiti costituzionali. Dovremmo investire di più sul dialogo convincendo gli irriducibili a vaccinarsi. Comunque, ogni decisione la prenderemo assieme, fra governatori”.
Sull’ipotesi di vaccino obbligatorio ha aggiunto: “Qualcuno può forse pensare che in questo Paese si possano accompagnare i cittadini coattamente a vaccinarsi?”
Di pandemia parla anche il suo libro che esce oggi per Marsilio, il titolo è ‘Ragioniamoci sopra’, richiamo al tormentone di Maurizio Crozza.
“Ognuno ha i suoi intercalari e io con Crozza mi sono accorto che “ragioniamoci sopra” è il mio. È un’italianizzazione del veneto “ragioneghe sora”. L’ho scelto un po’ per prendermi in giro, un po’ per marketing, e poi Crozza mi piace: fa satira informata. In pandemia, metteva prima il mio punto stampa e poi la parodia. Quelli sono stati mesi duri. Infatti, il sottotitolo è “dalla pandemia all’autonomia”, nasce da riflessioni partite allora sul Covid e sulle sue ricadute”.
Zaia ha negato che sia un manifesto politico per il salto nazionale. “Nessun salto. È scritto chiaro in quarta di copertina che questo non è un manifesto politico. Volevo fare un “punto nave” su questo big bang della storia. La parte biografica c’è perché, nei momenti drammatici, l’essere umano pensa a chi è, da dove viene. Noi amministratori siamo identificati come persone fredde. Non è così”.
Alla domanda se ha mai pianto in pandemia ha risposto: “Certo. All’inizio, è stato tragico perché avevamo tutti paura di morire. Nessuno aveva le istruzioni per l’uso. Quel 21 febbraio 2020, quando mi hanno detto del primo caso di Covid a Vò Euganeo, mi sono sentito come se entrassi in guerra”.
Con Salvini, ha sottolineato Zaia, “ho un ottimo rapporto. Ha preso un partito al tre per cento e l’ha portato su, oggi al 18. Ha toccato punte più alte, ma la politica è discese e salite”. Il libro non è ancora uscito e qualcuno ha già scritto che ‘traccia la terza via fra l’europeista draghiano Giancarlo Giorgetti e il sovranista non draghiano Matteo Salvini’. “Varrebbe la pena concentrarsi meno sul dito e più sulla luna – ha affermato il governatore del Veneto – L’esperienza da amministratore in pandemia mi dice che non abbiamo metabolizzato alcuna riflessione di quei mesi: l’emergenza che resterà è quella sociale, di cui non si parla, con conflitti nuovi e parte della comunità insofferente a ogni regola”.

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