Parlamentari al sicuro anche con il voto anticipato: per loro la pensione è già maturata
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Parlamentari al sicuro anche con il voto anticipato: per loro la pensione è già maturata

La svolta decisa da sentenze di Camera e Senato. Il sollievo dei peones

Camera dei Deputati
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17 Novembre 2021 - 10.24


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I parlametari potrebbero ricevere il vitalizio anche se si dovesse andare al voto anticipato nel 2022 e prima dei fatidici quattro anni sei mesi e un giorno. E non è una questione di casta, piuttosto di sentenze e regolamenti. Lo scrive Francesco Verderami sul Corriere della Sera.
La svolta è dettata da due sentenze emesse dal Consiglio di giurisdizione di Montecitorio e dal Consiglio di garanzia di Palazzo Madama. (…) Questi verdetti sono destinati per certi versi a fare giurisprudenza e potrebbero avere anche un impatto politico , visto che nel Palazzo l’eventuale ritorno alle urne l’anno prossimo viene vissuto — soprattutto dai peones di prima nomina — con grande preoccupazione. Temono di perdere la pensione.
Il verdetto depositato a Palazzo Madama risale al novembre 2020.
In quella occasione il Consiglio di garanzia aveva risposto ad un ricorso di tre ex senatori che non avevano raggiunto i «quattro anni sei mesi e un giorno», e ai quali «in nome del popolo italiano» era stato infine riconosciuto il diritto alla pensione. A una condizione però: che pagassero tutti i contributi dei mesi mancanti, quelli a loro carico e anche quelli a carico dell’amministrazione, in modo che l’operazione fosse «a costo zero» per le casse dello Stato. La sentenza del Senato intendeva sanare la «difformità di trattamento» rispetto ai parlamentari europei e rispetto anche ai deputati della Camera.
Il giudizio del Consiglio di giurisdizione di Montecitorio è dell’ottobre 2019.
Allora il collegio guidato dal democratico Alberto Losacco aveva messo in mora i regolamenti sul sistema previdenziale, accogliendo il ricorso di dieci ex deputati che erano subentrati ad altri parlamentari nel corso della legislatura e che non avevano potuto maturare la pensione, pur pagando i contributi. Conclude Verderami.
Sulla base di queste pronunce tra loro separate, la politica potrà fare ora il proprio corso, con la garanzia che — anche se la legislatura dovesse terminare anticipatamente — nessuno perderebbe i propri diritti.

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