“Provenzano si è riferito a un presupposto politico che c’era negli anni ’70 quando si parlava dell’arco costituzionale riferendosi a tutti i partiti ad eccezione del Movimento sociale italiano, ha utilizzato quella metafora dell’arco costituzionale in modo analogo, e ha ben donde nel fare il paragone per il semplice motivo che l’onorevole Meloni può raccontare quello che vuole sul fatto che non ci sono i fascisti e non devono esserci ma la cultura fascista è talmente incistata in Fratelli d’Italia che il simbolo è lo stesso dell’Msi, la fiamma tricolore, segno di una scelta consapevole di continuità politica. Dopodiché il Movimento sociale lo è stato in un contesto e con certe caratteristiche e Fratelli d’Italia lo è oggi con tutt’altre caratteristiche”.
Così il presidente dell’Associazione nazionale dei partigiani italiani, Gianfranco Pagliarulo, torna sulla polemica innescata dalle parole del vicesegretario del Partito democratico, Giuseppe Provenzano, all’indomani della manifestazione di sabato scorso a Roma, con l’assalto alla sede della Cgil.
Una risposta che falsifica il punto di partenza. Quello che emerge dalla polemica è che la Meloni fa dire a Provenzano cose che lui non ha mai detto, e cioè che vuole sciogliere Fratelli d’Italia.
La tecnica della Meloni – sottolinea – è attaccare l’altro in base ad affermazioni che non ha mai detto, non è una novità, lo ha fatto anche a proposito dell’Anpi, dicendo che vuole sciogliere Fratelli d’Italia, cosa che non abbiamo mai detto, è un falso”.
“La situazione dell’onorevole Meloni è imbarazzante, si muove nelle sabbie mobili e più si muove più affonda.
E sulla ‘strategia della tensione’ evocata dalla presidente di Fratelli d’Italia anche ieri alla Camera, replicando alla risposta della ministra dell’Interno Luciana Lamorgese al Question time, Pagliarulo denuncia “l’uso improprio del termine, perché la strategia della tensione fino a prova contraria è stata provata nella stagione dello stragismo fascista a cavallo tra gli anni ’60 e i primi anni ’70, ed erano fascisti quelli che hanno partecipato a quella strategia, insieme con tanti servizi segreti”.
La Meloni guarda il dito ma non la luna, e la luna – sottolinea il presidente dell’Anpi – è l’aggressione subita dalla sede della Cgil. Non solo, perché sono avvenuti altri due fatti di assoluta gravità: il tentato assalto alle sedi del governo e de Parlamento e l’incredibile assalto al Pronto soccorso dell’ospedale Umberto I, a testimonianza della natura profondamente criminale delle azioni dei fascisti, senza neppure un presupposto politico”.