Conte mette i paletti: "Il reddito di cittadinanza non si discute, al massimo si migliora"
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Conte mette i paletti: "Il reddito di cittadinanza non si discute, al massimo si migliora"

L'ex premier: "Draghi e le altre forze devono comprendere che il primo partito in Parlamento risponde agli oltre 10 milioni di elettori che lo hanno votato nel 2018"

Giuseppe Conte
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2 Agosto 2021 - 12.08


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Su questo argomento l’alleanza Lega-Italia Viva è più unita che mai, chiedendo un referendum per rivedere l’attività del reddito di cittadinanza, punto cardine dell’ultimo governo Conte.

Ed è proprio l’ex premier a difendere la sua misura più importante, evidenziando poi ancora una volta il suo sostegno a Draghi: “Mai pensato a causare una crisi di governo”.

Così Giuseppe Conte, spiegando che la fiducia alla riforma della Giustizia “è assicurata”.

“Nel nuovo corso del M5s la presenza compatta sarà la cifra della nostra forza politica. Sulle assenze mi sono espresso: non mi piacciono”, ha quindi aggiunto l’ex premier.

E in merito al reddito di cittadinanza, Conte aggiunge: “Sulla giustizia ci siamo fatti trovare forse un po’ impreparati, perché eravamo in piena transizione”.

“Sul Reddito non ripeteremo lo stesso errore” e sottolinea: “Il reddito di cittadinanza non si discute, al massimo si migliora”.

“Perché restare al governo a ogni costo? E’ evidente che il premier e le altre forze politiche devono comprendere che il primo partito in Parlamento risponde agli oltre 10 milioni di elettori che lo hanno votato nel 2018. Ma la responsabilità che ha assunto il M5s appoggiando Draghi non verrà meno in questa fase in cui l’emergenza sanitaria continua e si cominciano a vedere i frutti degli interventi pianificati nel periodo più acuto della pandemia”, ribadisce l’ex premier.

Il leader in pectore del M5S sottolinea poi i frutti degli interventi pianificati durante il suo esecutivo: “La crescita attuale, che sono fiducioso potrà arrivare anche al 6%, in parte è dovuta al rimbalzo più forte per un Paese come il nostro che è stato colpito più duramente dalla pandemia, per il resto è merito delle politiche economiche e degli stimoli fiscali attuati lungo tutto il 2020: un totale di 100 miliardi di espansione, più 4 decreti Ristori e una manovra di bilancio da 40 miliardi”.

“Sfida un economista come Draghi? Non la mettete sul piano della sfida – conclude -. Lavoriamo tutti per obiettivi comuni. In questi mesi Draghi si è dovuto concentrare sull’emergenza sanitaria e sul piano vaccini. L’unico decreto Sostegni adottato quest’anno deve ancora dispiegare i suoi effetti. Lavoreremo con lui e daremo il nostro contributo”.

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