Paolo Ferrero: "Subappalti selvaggi. Questo è il governo dei padroni e dei ricchi, contro il popolo”
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Paolo Ferrero: "Subappalti selvaggi. Questo è il governo dei padroni e dei ricchi, contro il popolo”

Il vicepresidente del Partito della Sinistra Europea: "Aumenteranno le morti sul lavoro, lo sfruttamento dei lavoratori e l’infiltrazione della criminalità, che è già molto alta e diffusa"

Paolo Ferrero
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24 Maggio 2021 - 16.27


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di Antonello Sette

 

Subappalti, appalti al ribasso, gestione delegata ai comuni, deregulation selvaggia. Anche il segretario della Cgil Maurizio Landini è uscito dal letargo invernale e ha minacciato lo sciopero generale. Ferrero si torna indietro di vent’anni o forse anche di mezzo secolo, come se l’Italia non detenesse il record europeo di due morti al giorno sul lavoro?

Sui subappalti la celta è criminale – accusa il vicepresidente del Partito della Sinistra Europea rispondendo all’Agenzia SprayNews-. Aumenteranno le morti sul lavoro, lo sfruttamento dei lavoratori e l’infiltrazione della criminalità, che è già molto alta e diffusa. Complessivamente degrada la società italiana e la scelta è ancor più deleteria perché avviene con i soldi pubblici che, anziché essere spesi per migliorare la qualità del lavoro, vengono destinati al suo peggioramento, mettendo i lavoratori nella condizione di essere ricattati. Questo è il Governo dei padroni nel senso tecnicamente più pesante e concreto della parola. Un Governo antipopolare, contro il popolo, contro chi deve lavorare per mangiare. 

Passiamo al salario minimo. Vedo che i sindacati fanno sottili distinguo. Io dico, chiamatelo come volete ma non si può continuare con contratti “regolari” a 6 euro all’ora e senza contributi?

Concordo con lei. Abbiamo quattro milioni e mezzo di lavoratori sotto i nove euro lordi all’ora. E’ palesemente una vergogna. Bisogna stabilire un salario minimo e il fatto che il governo lo abbia eliminato all’ultimo minuto la dice lunga sulla sua connotazione di classe. Questo Governo non difende gli interessi dei lavoratori, ma di chi li sfrutta. Se a questo aggiungiamo il rifiuto categorico di qualsiasi tassazione sulle grandi ricchezze, il quadro è chiaro. Si aumenta il ricatto sul lavoro negli appalti, si consente all’economia criminale di avere mano libera, non si concede il salario ai lavoratori più sfruttati e non si tassano i milionari che sono cresciuti come funghi. Che cosa è questo se non un Governo che non pensa al popolo, ma agli strati privilegiati della popolazione, che sono gli stessi strati presenti nel Parlamento. In Parlamento ci sono solo notai, imprenditori, avvocati e altri loro simili, in tutti i partiti, destra, sinistra, centro, senza eccezione alcuna. E tutti, senza eccezione alcuna, si pongono il problema di fare gli interessi degli industriali e degli strati privilegiati della popolazione, con cui si identificano, non certo degli strati popolari che vivono come distanti.

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E’la conseguenza del profilo complessivo del Governo, che si formato per spartirsi i duecento e dispari miliardi del Recovery. Spartirsi fra chi? Fra quelli che, diciamo così, sfruttano il lavoro degli altri. Sono questi gli strati sociali che ne stanno beneficiando. Il grosso della spesa finisce agli industriali e a enti a fondo perduto. Sono interventi di assistenzialismo per gli industriali a scapito dei lavoratori. Questo è il Governo e questo è drammaticamente l’elemento unitario fra centrodestra e centrosinistra. Un tempo si sarebbe detto schieramenti tutti e due borghesi. Adesso dico tutti e due dalla parte degli imprenditori, dei ceti abbienti, dei ricchi. Sono opinioni diverse, ma espressione degli stessi interessi sociali. Gli interessi del sessanta per cento più povero della popolazione italiana non sono in alcun modo rappresentati in Parlamento. Ne’ dal centrodestra, né dal centrosinistra, né dai Cinquestelle che hanno drammaticamente dimostrato la loro assimilazione a tutto il resto. Uno immagina che sia ancora come sessanta anni fa con la Dc e il Pc, ma allora gli interessi dei lavoratori erano rappresentati, facevano parte della discussione politica. Ora invece ne sono fuori. Destra e sinistra sono come nell’Ottocento, quando erano parti di uno schieramento borghese che lasciava ai margini i poveracci quelli che non potevano neppure votare. Siamo tornati indietro di quasi due secoli. 

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Un’ultima annotazione che rientra drammaticamente in questo contesto. Le bombe su Gaza, le donne, i disabili e i bambini che muoiono, il sessanta per cento della popolazione che non ha aspettative alimentari neppure in tempo di pace e, restando in Medio Oriente, la tragedia senza limiti dello Yemen. Non pensa che si è persa la sensibilità per l’altro lontano, che facciamo tutti, a differenza di un tempo, troppo poco?

Non sono d’accordo. Il Governo sicuramente fa zero e le bombe che arrivano nello Yemen in larga parte sono italiane. Vendiamo armi agli aggressori. E’ il Governo che si deve vergognare. Sulla mobilitazione segnalo che i portuali di Genova per lo Yemen hanno effettuato un blocco sulle navi rischiando il posto di lavoro e che sulla Palestina ci sono state mobilitazioni in moltissime città e sabato è prevista una grande mobilitazione nazionale a Roma. E’ molto, ma sicuramente non è sufficiente. Il problema è che la gente si sente impotente, Impotente per sé stessa. Impotente rispetto al mondo. C’è una difficoltà oggettiva a far capire che è utile e necessario far sentire la propria voce, non solo un dovere. La delusione è c profonda e totale al punto da far illudere di poter trovare, come sovente è capitato in Italia, la soluzione nell’uomo e nella donna della provvidenza. I problemi, invece, si risolvono se la gente prende in mano il suo destino. Detto questo e per questo, spero che Landini arrivi ino in fondo sulla questione degli appalti e proclami lo sciopero del generale. Non c’è più tempo da perdere. Bisogna ripartire dalla mobilitazione dal basso.

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