L'assurda risposta dei leghisti accusati da Fedez: "Il ddl Zan è stato ostacolato dal Pd"
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L'assurda risposta dei leghisti accusati da Fedez: "Il ddl Zan è stato ostacolato dal Pd"

Il senatore Ostellari: "Fedez non può sapere tutto", mentre Pillon rilancia: "Si rischia di punire come istigazione alla discriminazione ogni opinione contraria al pensiero Lgbt su adozione gay e utero in affitto”

Fedez e Pillon
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3 Maggio 2021 - 10.33


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La polemica sul testo presentato sul palco del 1° maggio da Fedez a difesa del ddl Zan e contro le opposizioni e le arroganze leghiste per la comunità Lgbt, molti si sono sentiti tirati in causa e hanno risposto alle parole del cantante milanese.

“Quando mi accusa di aver ostacolato il ddl Zan, Fedez racconta una storia non esatta perché non sa o non può sapere tutto”, dice il senatore leghista Andrea Ostellari, avvocato, che dal 2018 presiede la commissione Giustizia di Palazzo Madama.

In un’intervista evidenzia che il testo del ddl Zan sull’omofobia “ci è arrivato dalla Camera nel novembre 2020. Allora c’era il Governo Conte II. Nessuno ha mai sollecitato la sua iscrizione. Nemmeno il Pd. Perché? Se l’avesse fatto, non saremmo qui a parlare di Fedez”.

Ostellari, che è relatore del provvedimento, assicura di non aver “mai fatto pesare il mio giudizio negativo” su quello che considera “un testo scritto male”.

Un testo che considera ideologico “c’è chi vorrebbe imporre la sua visione del mondo accusando di omofobia chi la pensa diversamente. Ma all’approvazione di una legge si arriva dopo un confronto, dopo tante audizioni e proposte di emendamento”.

Ma ora “discuteremo non solo quello ma anche gli altri quattro testi depositati, più il quinto della Lega che ha annunciato Salvini. Penso che alla fine si arriverà ad un testo unificato, come è avvenuto per la legittima difesa (di cui fui ancora io il relatore), che avrà contributi diversi”.

Simone Pillon, senatore della Lega e fiero antiabortista, è tra i citati da Fedez durante il concerto del Primo Maggio.

Sul Ddl Zan dice che “si tratta di una proposta di legge divisiva e pericolosa con cui si confondono sesso e identità autopercepita”. 

Il senatore aggiunge anche che attraverso il ddl Zan “si rischia di punire come istigazione alla discriminazione’ogni opinione contraria al pensiero Lgbt su adozione gay e utero in affitto”, tanto più che il ddl “impone l’ideologia gender nelle scuole con la scusa della giornata contro omo-bi-lesbo-transfobia”. Conclude Pillon: “Al di là delle star del media system, è la maggioranza degli italiani che non la vuole”.

Poi propone: “Se vogliamo inasprire le pene già oggi previste per chi sia tanto cretino o pericoloso da insultare o aggredire qualcuno perché ha un orientamento sessuale diverso, siamo tutti d’accordo. Basta intervenire sull’articolo 61 del codice penale. Si fa in un mese, all’unanimità. Ma non creiamo categorie tra le persone offese”, precisa il senatore della Lega. 

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