Il retroscena: Forza Italia irritata per lo strappo di Salvini
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Il retroscena: Forza Italia irritata per lo strappo di Salvini

Il capo della Lega non avrebbe avvertito né i ministri azzurri guidati dal capodelegazione al governo, Mariastella Gelmini, né i vertici del partito di Silvio Berlusconi.

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22 Aprile 2021 - 18.02


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Uno smarcamento inaspettato, quello di Matteo Salvini, che colpisce anche i colleghi di Forza Italia.

Dopo l’astensione nelle votazione in seguito alle misure decise da Draghi e in vigore da lunedì, sembra che questo gesto sia stato accolto con un certo stupore.

Raccontano che la Lega non abbia informato Forza Italia della sua intenzione di astenersi in Cdm sul dl riaperture. Matteo Salvini non avrebbe avvertito nè i ministri azzurri guidati dal capodelegazione al governo, Mariastella Gelmini, nè i vertici del partito di Silvio Berlusconi.

Il ‘Capitano’, insomma, avrebbe tenuto all’oscuro non solo Mario Draghi (da qui l’irritazione del premier) ma anche il suo alleato storico di centrodestra, con il quale ora il numero uno di via Bellerio condivide anche l’esperienza a palazzo Chigi.

Gelmini così come Mara Carfagna e Renato Brunetta, sarebbero stati colti di sorpresa dallo ‘smarcamento’ di Salvini sul decreto, che a Pd-M5S-Leu è sembrato un vero e proprio strappo, tant’è che di fatto ha aperto la prima, seria, crepa nella maggioranza, mettendo a rischio la tenuta della compagine governativa unita dalla lotta alla pandemia.

Leggi anche:  La sindaca leghista di Monfalcone lancia una petizione contro il velo integrale: anche Salvini aderisce

La mossa della Lega sul coprifuoco, dettata dall’esigenza di recuperare terreno agli occhi del suo elettorato e di non farsi scavalcare a destra da Meloni, ha sì spiazzato tutti con grande eco sulla stampa, ma avrebbe creato più di qualche malumore tra gli azzurri.

Nessuno lo dice apertamente e lo dirà apertis verbis per opportunità politica e spirito di coalizione, ma dentro Fi si sono sentiti scavalcati dalla strategia leghista del doppio binario, con il ‘Salvini di piazza’ e il ‘Giorgetti di governo’, che potrebbe logorare anche i rapporti interni al centrodestra.

 

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