Da Bettini altolà a Renzi: "Patto con Conte premier oppure si voterà a giugno"
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Da Bettini altolà a Renzi: "Patto con Conte premier oppure si voterà a giugno"

L'esponente del Pd fissa i paletti: "Va chiuso un accordo di ferro sulle cose da fare che riguardano le persone in difficoltà. Se riusciremo, come spero, a trovare una sintesi positiva si passerà agli assetti".

Goffredo Bettini
Goffredo Bettini
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31 Gennaio 2021 - 09.24


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Ora usa toni più decisi perché c’è un limite a tutto: “Siamo disponibili a ricomporre la maggioranza di governo messa in crisi da Italia viva. E Conte deve guidarla. Occorre fare presto, perché ogni giorno che passa il dibattito pubblico si allontana sempre di più dalle preoccupazioni degli italiani. Conte è l’unica soluzione? Sì. Perché ha lavorato bene ed è popolare; ha riportato l’Italia nella sua naturale collocazione europeista; ha già ottenuto la fiducia alla Camera e un ampissimo consenso al Senato”.
 Sono le parole dell’esponente del Pd Goffredo Bettini al Corriere della Sera. 
“Il ruolo del Pd è e sarà fondamentale. Senza il Pd, infatti, non ci sarebbe alcuna stabilità della Repubblica né la possibilità di una crescita ecologica e solidale. Noi siamo l’elefante “buono” che si porta in “groppa” qualche suonatore di tamburello.
“Renzi ha dichiarato di voler parlare di programmi, di contenuti, del futuro dell’Italia e che non gli interessano le poltrone. Va preso molto sul serio. Prima va chiuso un accordo di ferro sulle cose da fare che riguardano le persone, stordite e in difficoltà. Se riusciremo, come spero, a trovare una sintesi positiva si passerà agli assetti. Senza prepotenze o ultimatum. Senza Cencelli, si sceglieranno i migliori”.
 L’ipotesi del voto è scomparsa anche per la rigida opposizione della componente parlamentare e governativa. “L’ipotesi del voto è una sciagura -spiega Bettini-. Se incombe, non è per nostra responsabilità. Evitare che si realizzi significa ricomporre in meglio ciò che si è rotto. Non ci sono alternative. Governi istituzionali di tutti e di nessuno sono impraticabili e dannosi. Nella crisi il Pd ha deciso ogni passo nei suoi organismi dirigenti. Le relazioni di Zingaretti sono state approvate all’unanimità”.
Che cosa succede se alla fine Renzi dice no a Conte? “Sono fiducioso che non accadrà. Ma se, al contrario, dovesse accadere, o a quel punto si paleseranno ulteriori parlamentari disponibili a andare avanti o penso si arriverà a un governo elettorale che ci porti al voto a giugno. Impegnandoci noi nel frattempo a ridurre drasticamente la pandemia, a vaccinare gran parte della popolazione, a mandare avanti il Recovery, ad approvare le riforme necessarie per fronteggiare la disoccupazione, a garantire i ristori alle categorie più colpite. Tentando, anche, di trovare un’intesa su una buona legge elettorale. Il voto, ripeto, è una sciagura ma non un colpo di Stato. Semmai, è l’ultima risorsa della democrazia”, conclude Bettini.

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