Verso il Referendum: il 12 settembre le piazze del Sì e del No
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Verso il Referendum: il 12 settembre le piazze del Sì e del No

I 5 Stelle prepara banchetti per spiegare le ragioni del Sì. +Europa e Sardine in campo per il No

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2 Settembre 2020 - 08.26


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Piazze contrapposte in vista del referendum sul taglio dei parlamentari sono state convocate per il 12 settembre. 

#VotaSìDay. “Sabato 12 settembre, a una settimana dal referendum, si terrà il #VotaSìDay, una giornata in cui siamo tutti chiamati a informare e a diffondere le ragioni del SI per il taglio di 345 parlamentari per le strade e nelle piazze italiane. Organizza un banchetto o un gazebo e aiutaci a diffondere questa battaglia”. Lo annuncia il blog delle Stelle in un post. “Stanno raccontando che con la riduzione del numero dei parlamentari verrebbe indebolito il principio di rappresentanza.
Falso. A fare queste affermazioni sono gli stessi politici che nei loro partiti contano tra le proprie file il più alto numero di parlamentari assenteisti. Persone che alla Camera o al Senato si vedono solo ogni tanto e ancora meno nei territori in cui sono stati eletti. Altro che rappresentanza popolare”, si legge nel post che attacca: ” Tra i politici sono molti quelli che si stanno schierando, più o meno velatamente, per il No al taglio del numero dei parlamentari e per conservare lo status quo (con i relativi costi per le casse pubbliche)”.
NOstra. SI mobilitano i comitati per il No al referendum. NOstra, il comitato Giovanile per il No al Referendum, ha annunciato in conferenza stampa alla Camera una manifestazione di piazza il 12 settembre. Alla conferenza stampa era presente Jasmine Cristallo, portavoce Nazionale delle Sardine, che sostiene il No al referendum e Emma Bonino. “Come +Europa – ha spiegato Bonino – sosteniamo l’iniziativa dei giovani mentre noi faremo una maratona oratoria il 9 settembre, vedremo se in forma pubblica o in streaming. Sono contraria ad una riforma fatta in questo modo e come se un coinquilino del primo piano togliesse la trave portante senza occuparsi della stabilità complessiva del caseggiato. In una democrazia parlamentare non si può procedere così”.

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