Anche dentro la Lega sanno che la metà delle affermazioni di Salvini nascondono il nulla e non hanno alcuna conseguenza reale. Ma servono per alimentare paure, odio e – in questo caso – mettere in primo piano la Cina per far passare in secondo piano i disastri fatti della Lombardia leghista in tempi di coronavirus.
“Non uscirà un soldo dalla causa che la Lega lombarda ha fatto a Pechino. Si tratta più che altro di un atto dimostrativo per rinforzare i nostri rapporti con gli States, ma non ce n’era nessun bisogno” e “credo di tratti di una trovata mediatica”.
Parola di Michele Geraci, ex sottosegretario al Mise nel governo gialloverde, che rivendica di essere stato lui a volere fortemente il Memorandum d’intesa Italia-Cina sulla ‘Via della Seta’.
“Ci sono delle risposte che la Cina deve dare e sta pian piano dando. Ha ammesso – dice Geraci al Fatto Quotidiano – che Wuhan ha avuto dei ritardi nel dare le informazioni, ha licenziato tutti i capi del partito della provincia dello Hubei e proclamato martire il medico che all’inizio denunciò la pandemia”. Quindi la Lega Lombarda sbaglia? “Per giudicare un’azione, bisogna sempre partire dal suo obiettivo. E non lo conosco. Ma credo di aver capito che si tratta solo di un annuncio, un’intenzione di fare causa – afferma – La Lombardia fa più di 5 miliardi di export verso Pechino, il Veneto 1,7. Sono numeri che contano”.
“Salvini – osserva – ha detto ‘né con Pechino, né con Berlino’. Uno slogan che interpreto come un invito a proteggere i nostri asset strategici”.