Mussolini jr: "sono un patriota, sui migranti sto con Salvini; sul fascismo lascio che parli la storia"
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Mussolini jr: "sono un patriota, sui migranti sto con Salvini; sul fascismo lascio che parli la storia"

Il nipote del Duce: "Io sono Caio, non Benito. Il fascimo è morto con lui, ma la storia non è bianca o nera: i figli dei pionieri dell'Agro Pontino ancora piangono quando raccontano della bonifica"

Caio Giulio Cesare Mussolini
Caio Giulio Cesare Mussolini
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10 Aprile 2019 - 20.34


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È arrivato al centro delle polemiche di questi giorni per il cognome che porta, e sì che non è un nome facile: Caio Giulio Cesare Mussolini (che non ha neanche un nome tanto leggero) è il nipote del Duce, il terzo, dopo Alessandra e Rachele, a entrare in politica, come le cugine in area di destra. E non una destra qualsiasi: Caio è candidato al sud per le europee con Giorgia Meloni, che così si accaparra il suo Mussolini personale. Ma chi è Caio dietro il cognome?
In un’intervista al Corriere della Sera, il candidato di Fdi spiega la sua linea politica, innanzitutto sull’immigrazione: “apprezzo che Matteo Salvini abbia messo un freno all’immigrazione, anche se dopo l’intervento francese in Libia (altro che Europa unita…) l’Africa è una polveriera. Bisogna stabilizzare il Sub-Sahara, la Libia e cercare uno sviluppo sostenibile. O la demografia ci condannerà all’invasione. Ho letto che anche alcuni vescovi dicono “no” alla logica folle dell’accogliamoli tutti. Mi pare buonsenso”. 
“Il fascismo è morto con Benito Mussolini. Ieri ho attraversato l’Agro Pontino, descritto da Antonio Pennacchi. I figli dei pionieri della bonifica ancora piangono quando raccontano cosa accadde. La storia non è bianco o nero”. E invece le leggi razziali? “Quelle per me sono come una ferita aperta. Non credo ci sia una sola persona di buon senso che le difenda. Furono il primo vero momento di disamore del popolo italiano verso il fascismo”.
“Io non mi paragono a nessuno. Io sono Caio, ho due lauree e parlo tre lingue. Ho delle qualità e cerco di affermarle. Ho girato mezzo mondo e ho capito quanto i nostri interessi siano poco e male rappresentati. Ci vuole più Italia, altro che “più Europa”.

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