Non bastavano i selfie ridicoli e anche fuori luogo. Non bastava aver fatto ridere tutta l’Italia parlando del ponte di Genova dove la gente potrà fare passeggiate, giocare, confondendo un cavalcavia dove passano i Tir con Ponte Vecchio, o Ponte Milvio.
Non bastavano i plastici sorridenti con Vespa mentre nella città si piangeva ricordando le vittime della tragedia.
Ora il sedicente ministro complice di Salvini nella sciagurata questione dei porti è tornato a far ridere cercando di mettersi al riparo dalla rabbia del ‘popolo’ mettendo in evidenza i buoni sentimenti: non va contestato il decreto perché èp scritto con il cuore.
“Toninelli pensa di essere il protagonista di un romanzo Harmony e non il Ministro delle infrastrutture e per sedare le legittime e sacrosante proteste dei cittadini genovesi, parla di un decreto scritto con il cuore. Ora, non so se si tratti di una forma di grave stato confusionale dovuta alla serie di errori compiuti in questi mesi, ma mi pare del tutto evidente che il Ministro non sia più in grado di svolgere il suo ruolo. Forse dovrebbe riflettere su un passo indietro. Gli abitanti di Genova, stanchi di bugie e propaganda, chiedono risultati concreti che il governo non è in grado di dare. L’epoca delle sfilate è finita e il Ministro non può pensare di cavarsela con un imbarazzante confessione d’amore nei confronti del suo fallimentare decreto. Dopo 50 giorni a Genova serve ben altro”. Lo ha detto Salvatore Margiotta, capogruppo Pd in commissione Lavori pubblici.
E comunque va detto: un decreto è un decreto. Maglio scriverlo con la testa. Se Toninelli cerca sotto i ricci è capace che riuscirà perfino a trovare qualcosa.
