Marine Le Pen contro tutti: Macron, Mélenchon e i colonnelli del Front National
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Marine Le Pen contro tutti: Macron, Mélenchon e i colonnelli del Front National

Dopo mesi di silenzio, torna a parlare in pubblico e ne ha per tutti. Ma la vera sfida è dentro il suo partito dove si muovono troppe anime e cresce la fronda

Marine Le Pen
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Diego Minuti Modifica articolo

9 Settembre 2017 - 15.04


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Marine Le Pen è tornata in pista, pià aggressiva che mai, dopo un silenzio cominciato con la vittoria di Macron alle presidenziali e la lunga pausa di riflessione che si è imposta per capire le cause di una così dura deblacle e prepararsi a riprendere la lotta. Oggi, a Brachay (Haute-Marne) , dove si erano dati appuntamento circa 500 sostenitori del Front National, per la prima uscita da mesi, ha ricalcato il copione di sempre, attaccando a testa bassa tutti gli avversari politici. Solo che questa volta si trova in una condizione particolare perché è stata surclassate da Emmanuel Macron nella corsa all’Eliseo e poi ha di fatto ceduto il bastone di comando dell’opposizione a Jean-Luc Mélenchon, radicale di sinistra.
E di nemici Marine Le Pen, nella buona tradizione della politica francese, oltre che fuori dal partito, ne ha anche dentro perchè qualcuno tra i maggiorenti del Front National, dopo l’aumento di voti e deputati, si sta chiedendo, peccando di lesa maestà, se lei sia ancora la scelta elettorale migliore. Per dirla in poche battute, Marine è brava prima, ma non sembra in grado di gestire la fase strategicamente delicata delle elezioni.
Per far capire di essere tornata arrabbiata come sempre, Marine Le Pen, nel discorso rivolto ai suoi sostenitori, ne ha avuto per tutti. Giocando sul nome del partito di Macron, Le Pen ha parlato di una ”Francia nomade”, etichettando invece i sostenitori di Jean-Luc Mélenchon come ”islamo-trozkisti. Il Front Nationale, invece, è “l’esatta antitesi del macronismo” e “l’unico in grado di incarnare la grande alternanza” in una Francia vicina alla catastrofe a causa dell’immigrazione fuori controllo.
E stoccate Le Pen ne ha riservato al governo pure per i disastri provocati dall’uragano Irma nei territori francesi d’Oltremare Saint Barthélémy e Saint Martin, per i quali non era stato predisposto nulla pur se già da giorni si capiva quel che stava per accadere.
Poi, sfiorando l’Europa e la politica estera francese, ha accusato Macron, appena tornato da una visita ad Atene, di essere “appollaiato sulle macerie greche della politica di austerità”.
Ma il tema di fondo della rentrée di Le Pen è stato il partito, la sua salute, la capacità di incarnare la vera opposizione. Un partito che, ha ammesso, ha bisogno di essere rifondato e di superare le divisioni interne che evidentemente devono essere così manifeste da spingerla a dire che ”nelle grandi battaglie le piccole carriere personali non contano’ ed ancora che ”la prima vittoria è su noi stessi “.
A marzo, quindi, in occasione del congresso nazionale del Fn, si cambia, a partire dal nome.
Ma basterà questo per coronare i sogni di gloria di ‘madame Le Pen’?

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