Berdini e Montanari assessori di Raggi? Allarme rosso-livore
Top

Berdini e Montanari assessori di Raggi? Allarme rosso-livore

Circolano nomi eccellenti e fuori dalle logiche del potere uscente nella Capitale. Sono veri? Quanta paura mettono a chi comanda a Roma?

Virginia Raggi
Virginia Raggi
Preroll

globalist Modifica articolo

9 Giugno 2016 - 12.28


ATF

Ci sono cose interessanti in giro. Per esempio il blog Roma fa schifo, da sempre attento al decoro e poco al sistema di potere che ha devastato la Capitale, già s’indigna per i nomi dei futuri possibili assessori della sindaca Virginia Raggi. Per esempio è venuto fuori il nome di Paolo Berdini, uno dei massimi urbanisti italiani, uno studioso con una visione ambientale e urbanistica della Capitale alla Antonio Cederna, sicuramente inviso alla lobby palazzinara che imperversa sulla Capitale e con le declinazioni mediatiche che la rendono apparentemente invincibile. Scrive il blog: “Paolo Berdini fa parte di quegli urbanisti incapaci di discernere da uno sviluppo immobiliare di qualità (ad esempio il progetto di Tor di Valle) da uno sviluppo puramente speculativo”. Ops, lo stadio della Roma americana. La grande speculazione del futuro, insieme a quella sognata a cinque cerchi olimpici. Un ottimo motivo per gioire della eventuale nomina di Berdini. Sarebbe un’urbanistica per i cittadini, non per i padroni di Roma.
Il sano livore del blog, che tanto ha fatto per spiegare al mondo che Roma non fa schifo per Mafia capitale, ma per il Valle occupato (e adesso dopo lo sgombero, abbandonato all’incuria), si riversa anche sul secondo nome apparso in questi giorni: Tomaso Montanari, storico dell’arte di livello internazionale, conoscitore del patrimonio culturale italiano e delle possibili strategie per valorizzarlo. Sentite che prosa leggiadra: “Montanari è un solone come ce ne sono tantissimi in Italia. Quelli che pensano che l’arte vada solo tutelata e mai sviluppata, quelli che pensano che l’arte antica debba vivere imbalsamata e non la si possa mai contaminare col contemporaneo, quelli che pensano che le soprintendenze siano santuari che non possono essere messi in discussione, quelli che pensano che nei musei i direttori debbano essere i vecchi funzionari e non grandi professionisti scelti con un bando, quelli che pensano che aprire un bookshop o spazi commerciali a supporto del patrimonio artistico equivalga a trasformare quest’ultimo in un supermercato, quelli che vedono come fumo negli occhi che un museo – come accade in tutto il pianeta – possa ospitare un buon ristorante, quelli che considerano un fastidio i visitatori di musei e parchi archeologici, considerando invece i sindacati (autentico cancro) ben più importanti di loro. Gente così, fuori dal mondo, lontana da qualsiasi buona pratica internazionale, con una visione dello sviluppo culturale tarata e rivolta all’indietro che non ha eguali e riscontri in nessuna grande città occidentale. Gente folkloristica finché imbratta giornali e blog, gente pericolosa se dotata di poteri amministrativi”.
Poesia da mal di fegato,  ma poesia. Parole che ci fanno capire come gli affaristi della Capitale immaginano la cultura e l’urbanistica della Capitale massacrata dall’incuria, dall’incompetenza e dalla narrazione tossica.
L’altro nome che gira è quello di Raphael Rossi è uno dei massimi studiosi dei sistemi di smaltimento del rifiuti presi nel loro ciclo intero. Fosse assessore non sarebbe male.
Interessante Paolo Flores D’Arcais su Micromega: “Lo strumento contundente e monocorde con cui il renziano Giachetti e Il Messaggero di Caltagirone cercheranno di manganellare la candidatura di Virginia Raggi, per impedire che Roma possa essere amministrata senza più bacio della pantofola allo strapotere dei palazzinari e altri intrecci affaristico-politici (con ramificate incursioni criminali, si è visto) è uno solo, benché flautato poi in tutte le salse: Virginia Raggi è eterodiretta dalla ditta Casaleggio”.
Voi che ne pensate? Forse è presto per farsi illusioni o per pensare che la Raggi possa realizzare il miracolo. Ma certo è che in ballo non ci sono sciocchezzuole ma il futuro di una Capitale resa così brutta, incivile e invivibile proprio dagli interessi voraci e privati, legati a Mafia Capitale o no, che pochi sembrano voler prendere di petto. Vedremo che accadrà. Per ora godiamoci il livore di chi fa populismo e teme un futuro meno schifoso per Roma.

Leggi anche:  Voto di scambio, il M5s: "Quadro sconfortante, ma il governo Meloni smantella gli strumenti di contrasto"
Native

Articoli correlati