Aereo malese, Mogherini: la crisi è globale
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Aereo malese, Mogherini: la crisi è globale

Il ministro degli Esteri ha parlato Consiglio Affari esteri dell'Unione Europea: è necessario uno sforzo di tutti gli stati, ma soprattutto della Russia.

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22 Luglio 2014 - 19.46


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Quello che è cambiato nella crisi ucraina dopo l’abbattimento del volo MH17 è che “la crisi che conoscevamo”, perché dura ormai da 5 mesi, “è diventata globale”. Queste le parole pronunciate al termine del Consiglio Affari esteri dal ministro Federica Mogherini. La decisione di oggi è stata presa “in modo doloroso, perché i morti si sono aggiunti ai morti di 5 mesi di conflitto, con un senso di urgenza di recuperare tutti i corpi e i resti” ed è stata dettata dall’esigenza di “mettere il massimo della pressione congiunta possibile sulla Russia, perché eserciti tutto il suo potere sui separatisti”.

Solo “un atto del tutto nuovo e del tutto positivo che finora non c’è stato da parte della Russia” potrebbe evitare l’aumento della pressione sanzionatoria su Mosca da parte dell’Europa: ha detto la Mogherini, “in assenza di questo messaggio chiaro è inevitabile procedere sulle sanzioni”.

Secondo il ministro degli Esteri può “essere relativamente facile per Mosca dare un input chiaro e deciso ai separatisti perché le condizioni sul terreno migliorino in modo consistente”, consentendo l’accesso agli osservatori internazionali per il recupero dei corpi e dei resti dell’aereo. “In assenza di questo chiaro messaggio che consenta di lavorare in modo decisamente diverso rispetto ad ora, penso che sia del tutto inevitabile procedere con le sanzioni che verranno proposte giovedì”.

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Mogherini ha riconosciuto che “possono essere misure dolorose e faticose per ognuno dei nostri paesi, per questo vedete una lista abbastanza lunga di settori che saranno studiati e presentati e sui quali verranno presentate le proposte giovedi’”. Ha aggiunto: “il principio che ha sempre orientato la posizione italiana ma anche l’europea e’ stata quella della necessità di fare in modo che le sanzione fossero sostenibili per ognuno dei paesi europei”, con un’equa distribuzione del loro peso economico. La risposta dell’Unione europea è stata “forte e unitaria”, come quella di cui c’era bisogno da parte degli Stati e in particolare dai Paesi Bassi.

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