Jobs Act, tensioni nel Governo: chiesta la fiducia
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Jobs Act, tensioni nel Governo: chiesta la fiducia

Una decisione che alimenta la tensione nella maggioranza. Boschi e Poletti hanno tentato una mediazione ma tra Pd e Ncd non si è raggiunto un accordo.

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22 Aprile 2014 - 16.34


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Crepe tra Pd e Ncd sul decreto Lavoro di Renzi, che oggi è uscito dalla commissione Bilancio, con soli quattro voti di scarto: erano assenti i parlamentari Ncd, Scelta Civica e Udc mentre hanno votato contro Forza Italia, Lega e M5s. In conclusione del vertice che si è tenuto a Montecitorio tra i ministri Boschi e Poletti e i capigruppo di maggioranza è stato annunciato che il governo porrà la fiducia sul Jobs Act. Il decreto va convertito entro il 19 maggio e, dopo il passaggio di oggi alla Camera, dovrà approdare in Senato.

“Voteremo la fiducia alla Camera ma non rinunciamo a dare battaglia al Senato per difendere il Dl Poletti”, ha detto poi la capogruppo del Ncd alla Camera Nunzia De Girolamo. “Esistono due sinistre: quella riformista di Renzi e Poletti e quella conservatrice di Damiano”, ha aggiunto.

Anche Scelta Civica propende per un sì alla fiducia: è quanto si apprende da fonti parlamentari secondo le quali, tuttavia, l’ok dei civici è subordinato alla necessità di correggere il testo al Senato.

“Il ministro per i rapporti con il Parlamento presenterà in Aula il decreto Lavoro e chiederà la fiducia”. Così, invece, il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, al suo arrivo alla Cia. “Al Senato si continuerà a discutere naturalmente”, afferma il ministro che aggiunge con il Ncd, “non è ancora tutto risolto”.

Il capogruppo di Fi alla Camera Renato Brunetta ha invece attaccato: “Questo governo non ha più la maggioranza ed i numeri per governare. Altro che treno veloce, corre solo per andare a sbattere”. “Hanno messo la fiducia e già concordato dei cambiamenti al Senato. Questo è vergognoso”, ha aggiunto.

Sul decreto era intervenuto anche il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che ha difeso il provvedimento voluto dal Governo: dalla riforma Fornero “le condizioni recessive sono peggiorate – ha detto – c’è una ripresa ancora fragile, anche se positiva, e questo stenta a tradursi in occupazione. Una riforma come quella presentata dal governo e portata avanti da Poletti accelera il beneficio in termini di occupazione della ripresa che si sta consolidando”. Secondo l’inquilino di via XX Settembre con la riforma del mercato del lavoro cambierà il meccanismo di allocazione delle risorse anche per gli ammortizzatori. “Si tratta”, ha aggiunto, “di cambiare il meccanismo attraverso cui si offre sostegno ai lavoratori”. I soldi per rifinanziare gli ammortizzatori comunque, ha assicurato Padoan, “li troviamo”.

È arrivato anche il commento di Giovanni Toti, consigliere politico di Silvio Berlusconi, il quale ha sottolineato come “cambiare” il testo iniziale del decreto lavoro sia “sbagliato”. “Ancora una volta nel Pd prevale un’impostazione ideologica. Era stato fatto un decreto che flessibilizzava il mondo del lavoro dopo i tanti danni fatti dalla legge Fornero, oggi si torna indietro, come spesso fa il Pd: si limita la flessibilità e si peggiora il lavoro fatto fino ad esso”.

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