Pressing su Cialente: non ti dimettere
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Pressing su Cialente: non ti dimettere

Letta e Legnini esprimono la loro solidarietà verso il sindaco dell'Aquila: è una persona onesta.

Pressing su Cialente: non ti dimettere
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12 Gennaio 2014 - 16.28


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Il Sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giovanni Legnini annuncia in una nota di essere vicino al sindaco dell’Aquila: «Piena solidarietà politica e personale a Massimo Cialente, persona e sindaco onesto che ha dato tutto se stesso alla causa della tragedia aquilana ricevendo attacchi ingiustificati. Dobbiamo agire perchè entro i prossimi 20 giorni sia messo nelle condizioni di riflettere sulla sua sofferta decisione, revocando le dimissioni e riprendendo il lavoro di cui ha urgente bisogno la Città dell’Aquila».

«Il Governo – spiega Legnini – ha fatto la sua parte in questi otto mesi, stanziando 1,8 miliari di euro tutti impegnabili, garantendo i flussi finanziari per le attività in corso, sbloccando i 100 milioni destinati allo sviluppo, garantendo le risorse destinate ai bilanci dei comuni, completando procedure e assunzioni per gli uffici speciali e prorogando i precari. I fatti illeciti e corruttivi emersi in questi giorni, per i quali la magistratura deve andare fino in fondo, non faranno venir meno l’impegno del Governo e del Parlamento. D’accordo con il Sindaco e l’amministrazione aquilana, con Stefania Pezzopane e Giovanni Lolli, eravamo impegnati ad individuare percorsi e soluzioni per ottenere i necessari ulteriori stanziamenti in tempo utile per non arrestare o rallentare il cronoprogramma della ricostruzione, anche assumendo iniziative in sede europea, con il pieno sostegno del Governo che è stato infondatamente criticato». «Il Governo Letta – conclude il sottosegretario – non ha lasciato e non lascerà mai soli gli aquilani e gli abruzzesi che hanno diritto alle risorse che servono fino alla conclusione della difficile ricostruzione che deve andare avanti speditamente, garantendo totale trasparenza e legalità».

Nessuno spiraglio per ripensamenti, dopo l’annuncio delle dimissioni dato ieri e motivato da «un clima cambiato, a partire dal rapporto molto difficile con il governo e gli attacchi di alcuni media alla mia famiglia, una situazione dannosa per la città». Non sono servite neanche le molte telefonate con cui Massimo Cialente ieri sera veniva invitato a recedere dal proposito. A chiamarlo sono stati il presidente del Consiglio, Enrico Letta, e suo zio, l’ex sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta. E ancora, il governatore dell’Emilia Romagna, Vasco Errani, il sindaco di Bari, Michele Emiliano, l’ex ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca, che fu inviato del governo Monti nella gestione della ricostruzione, e gli abruzzesi Giovanni Legnini (Pd), sottosegretario alla presidenza del consiglio, e Luciano D’Alfonso, già sindaco di Pescara e probabile candidato alla presidenza della Regione Abruzzo per il centrosinistra. Ma già in conferenza stampa Cialente era stato chiaro: «Neanche se Matteo Renzi ed Enrico Letta me lo dovessero chiedere tornerò indietro!».

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