De Gregorio zozzone: Belpietro lo scopre solo ora che si è pentito
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De Gregorio zozzone: Belpietro lo scopre solo ora che si è pentito

A Servizio pubblico il giornalista si scaglia contro l'ex senatore: era asservito alla camorra. Ma fino a quando era al servizio di Silvio lo difendeva e applaudiva..

De Gregorio zozzone: Belpietro lo scopre solo ora che si è pentito
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27 Settembre 2013 - 12.29


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di Emanuele Conegliano

Il simpatico Maurizio Belpietro è un avvocato difensore di Silvio Berlusconi incaricato di rappresentare le ragioni del Cavaliere in televisione. Certo con la simpatia che si ritrova, in grado di riabilitare Capezzone, Schifani e perfino Caligola, Belpietro è chiamato non a fare gli assist o a fare un bel gol.

No. Belpietro serve per buttare la palla in angolo, per prendersela con l’arbitro, per fare gestacci al pubblico, per impedire all’avversario di giocare.

E ora che il senatore de Gregorio ha confessato le malefatte di Silvio, l’indignato Belpietro ha scoperto che de Gregorio era un delinquente, perfino piegato agli ordini della camorra. “Io lo sapevo che era un poco di buono che non aveva morale io l’ho scaricato lui e Lavitola”.

Bravissimo Belpietro, che prima era tra coloro che nulla avevano da ridire sui numerosi incarichi che il Pdl aveva dato a De Gregorio dopo il tradimento e il voto contro Romano Prodi.

Prima tutti peana, ora de Gregorio è lo zozzone e chissà se tale sorte toccherà anche al superprotetto Walter Lavitola nel giorno in cui casomai decidesse di vuotare il sacco. Se Belpietro avesse ragione, allora il Cavaliere dovrebbe essere cacciato quantomeno a calci nel sedere perché un grande statista, un grande furbacchione, il più intelligente degli italiani non è possibile che si circondi solo di delinquenti, criminali, camorristi e puttanieri.

Ma questo non è importante perché Belpietro non deve fare assist, non deve fare gol, ma come detto deve mandare la palla in tribuna, buttarsi a terra e fingersi dolorante.

Del resto a questi berlusconiani il vecchio catenaccio gli fa un baffo. Tutti Ghedini dei poveri a confutare carte processuali che non conoscono con la stessa autorevolezza scientifica di chi fa buuuhhhh allo stadio.
Ma uno che ha creduto alla storia della nipotina di Mubarak può anche credere che Silvio sia un perseguitato, che Babbo Natale sia il socio di Lele Mora, Emilio Fede sia un giornalista e Mara Carfagna una raffinata mente politica.

Belpietro, gentilmente omaggiato dal padrone con una trasmissione tv per la quale ricava un compenso di qualche spicciolo superiorie a quei poveracci precari che invocano diritti e che gli stanno così tanto sulle palle, chissà perché.

Belpietro, quello che urlava al terrorismo al terrorismo – due volte – all’odio della sinistra, alla minaccia cominciata dopo essere rimasto vittima del famoso attentato. A proposito: ma chi era il killer? Chi era l’attentatore? Chi era il misterioso figuro che destò così tanto allarme sociale?

Non si sa. Ma ora siamo in grado di rivelare un inedito retroscena: dopo tante indagini la polizia ha trovato la pista giusta. In una seduta spiritica ha identificato un fantasma. Il fantasma dell’opera? No, più modestamente il fantasma della balla. Del resto, a forza di balle sono restati a galla per 20 anni, vogliamo negare a un direttore di fare un po’ la vittima per un attentato fantasma?

Io Belpietro lo ingaggerei per uno spot di vini. Sarebbe insuperabile: Belpietro e sai che ti bevi.

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