Comiche elettorali: Silvio e il divorzio comunista
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Comiche elettorali: Silvio e il divorzio comunista

Dalla Lega a Fini, da Monti al Pd, dall'Imu alla Bce, dai processi a Ruby, passando per le sue vicende coniugali. Berlusconi, e poi Crozza su Grillo a Ballarò (video).<br>

Comiche elettorali: Silvio e il divorzio comunista
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9 Gennaio 2013 - 10.06


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È il Cavaliere a scegliere la strada delle vicende personali, esordendo con una notizia che diventerà “nonno per la settima volta”. Dopo un po’ di politica, sollecitato la Lilli Gruber, Berlusconi torna sulle ferite personali. I soldi per alimenti che lui dovrà pagare alla ex moglie a Veronica Lario, sono stati decisi da tre giudici comuniste. Il “Comintern Procura di Milano” torna a colpire dopo Ruby.

“Non sono 100 mila euro al giorno, sono 200 mila”, dice il Cavaliere. Una cifra decisa da “3 giudichesse femministe e comuniste. E’ una cosa che sta nella realtà: 36 milioni, con un arretrato di 76 milioni. Questi sono i giudici di Milano che mi perseguitano dal ’94”. Dopo aver consigliato la Gruber di consultare un ottorino, Silvio conferma che Ruby si diceva semplice parente di Mubarak.

Impareggiabile Crozza nel prologo a Ballarò, imitando il guru del Movimento 5 stelle Casaleggio. L’antipolitica di Grillo data in calo di consensi da tutti i sondaggi. Ed allora la lettura del vangelo secondo Casaleggio che aveva paragonato Grillo a Gesù, fatta da Crozza. ”Il messaggio di Grillo contagioso come quello di Gesù? Ma a forza di espellere apostoli farebbe un’ultima cena per due”.

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