Silvio, quando la mummia scende in campo
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Silvio, quando la mummia scende in campo

Berlusconi si candida e annulla le primarie. Esulta la satira e tutte le nipoti di Mubarak. Il problema è: chi sono gli italiani ancora disposti a votarlo? [Gianni Cipriani]

Silvio, quando la mummia scende in campo
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Gianni Cipriani Modifica articolo

6 Dicembre 2012 - 21.35


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Che bisogno c’è di fare le primarie, se il padrone ha deciso per tutti? Berlusconi scende in campo ed è il candidato premier di quello che resta del centro-destra, sempre a patto di capire cosa sia e dove sia oggi il centro-destra.

Scende in campo, Silvio, perché l’Italia è un paese democratico e civile e gli ha risparmiato la fine dei suoi amici Gheddafi, Ben Alì e Mubarak, le cui avventure con la nipotina e le amichette stanno deliziando il nostro paese alle prese con la crisi.

Ma se Berlusconi scenderà in campo, è perché da un lato ha ribadito ai suoi zelanti dipendenti che solo il proprietario del partito decide, agli altri si adeguano. Del resto il padrone del pallone ha sempre giocato da centravanti nei campetti delle periferie. Altrimenti non giocava nessuno. Dall’altro perché, evidentemente, stando ai sondaggi ci sono ancora frotte di italiani disposti a votarlo, nonostante tutto quello che ha fatto e nonostante sia diventato barzelletta di se stesso. Talmente barzelletta che ormai il caro Silvio non regge più nemmeno alla prova trucco, e tinte di capelli, cerone e inquadrature compiacenti non riescono a nascondere la fatiscenza del volto.

Uscito dal sarcogafo, Silvio in campo farà la gioia degli autori di satira. E ci farà prendere per i fondelli su scala internazionale. Sarà il festival della risata.

Ma Silvio in campo significa anche che da qui alle prossime elezioni il nostro paese sarà investito da un ulteriore ciclone di demagogia e disinformazione, mentre fascismo e sfascismo manganelleranno quel poco di speranza che si potrebbe avere per uscire da questo tunnel. Non che ci sia riuscito Monti. Ma se il professore è lì, il “merito” è anche di chi prima di lui aveva mandato il paese a puttane. E, come sappiamo, non si tratta solo di una metafora.

Viva Silvio, simbolo dell’Italia impagliata. Simbolo dei trucchetti e del trucco, speranza dei padroni e della Santanché. Luminoso esempio che se paghi hai sempre ragione e quattro mignotte che ti fanno sentire bello e forte le trovi ovunque.

Io però, vi avverto, non lo voterò. Anzi propongo ai dissidenti del centro-destra di dare vita alla lista Tutankhamon. Mummia per mummia, sempre meglio l’originale alla copia.

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