Pdl allo sbando, fumata nera al vertice
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Pdl allo sbando, fumata nera al vertice

Niente di fatto e per la seconda volta. Dopo quattro ore di riunione tra i leader del Pdl a Palazzo Grazioli neanche un nodo è stato sciolto.

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5 Dicembre 2012 - 18.25


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Si rivedranno ancora a palazzo Grazioli, domani. Ovviamente alla presenza del Lìder Maximo Silvio Berlusconi. Ma un leader acciaccato, che sta mettendo in campo tutte le strategie possibili per rimanere in sella, fare fuori i nemici, imporre la propria linea. In un partito che non è più un club, e che ha sofferto abbastanza le traversie giudiziarie di Silvio. Tanto da voler cominciare ad abbozzare qualcosa di diverso in vista delle prossime elezioni.

Quest’ennesima fumata nera non ci voleva. Come dice Carlo Giovanardi “è l’incertezza che ci ammazza”. L’immagine del partito di centrodestra, in effetti, è a pezzi. E Berlusconi non è uno che sottovaluta queste cose. Però è costretto: perché le differenze dentro al Pdl sono vere. Concretissime.

E scatenate soprattutto da un elemento: Berlusconi è fuori dal parlamento, fuori dalla coalizione di governo che sta sostenendo Monti. E, in qualche modo, ha anche qualcosa da dimostrare. Soprattutto una: che Monti ha fatto peggio di lui, che non è vero che l’Italia sta meglio. Anzi, forse sta peggio (di questo, Berlusconi è convinto). I “suoi”, invece, sono dentro al parlamento, hanno difeso alcune strategie di questo governo, hanno contatti, relazioni. Insomma, sono più “dentro”. E non vogliono seguire la strategia berlusconiana per andare al voto: buttare per aria il tavolo, fare casino, staccare la spina al governo il prima possibile.

E quando Berlusconi dice “subito” intende subito: già a febbraio. Punta dritto a un election day con le regionali, sperando che il suo “peso” trascini tutti, magari anche il Lazio dove in quanto a danno di immagine hanno qualcosa da dire. Ma si tratta di qualcosa di quasi impossibile, significherebbe intanto ritirare la maggioranza subito, poi non approvare la legge di Stabilità, con qualche problemino in Europa e nei confronti del mercato finanziario.

Berlusconi non ha neanche sciolto il nodo sulla sua candidatura, che ovviamente è legata a tutto il resto. A quanto la sua linea “passa”, a quanti sono gli “infedeli”, alla possibilità di rifondare una Forza Italia senza gli ex An, i più ostili a una sua ricandidatura.

L’altro nodo è la legge elettorale. Il Pd fa pressione (anche se il procellum non lo disdegna) “se vogliono farci la cortesia di dirci cosa pensano”, ha detto ironicamente ieri Pierluigi Bersani.Berlusconi pensa che debba esserci il premio di maggioranza e la soglia alta, e non cede sulle preferenze: non vuole reintrodurre. Altro motivo di forte conflitto dentro al partito.

Che intanto non prende una posizione, e si riaggiorna a domani.

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