Rivoluzione Palermo: apparato di partito addio
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Rivoluzione Palermo: apparato di partito addio

Clamoroso No, grazie, facciamo noi! Segni dello scollamento tra i vertici di partito e realtà. Come già a Napoli, Pd e Sel inciampano assieme, trascinando Di Pietro.

Rivoluzione Palermo: apparato di partito addio
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5 Marzo 2012 - 09.00


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di Tancredi Omodei

Il luogo della festa è significativo, piazza Rivoluzione. A Palermo sono le due della notte quando arrivano i risultati anche dell’ultimo gazebo. Fabrizio Ferrandelli è stato sempre in testa, Rita Borsellino per il sorpasso ha sperato nel risultato dell’ultimo gazebo. Non ce l’ha fatta, ha vinto Ferrandelli per 67 voti.

La foto della vittoria dice tutto sulla partita giocata e vinta a Palermo alle primarie: Fabrizio Ferrandelli, 31 anni, bancario, felice e in festa, circondato da Beppe Lumia, senatore, che si é intestato la battaglia vincente con la stessa grinta che l’oppone da sempre alla mafia; Rosario Crocetta, europarlamentare, storico sindaco antimafia di Gela; e Sonia Alfano, Italia dei Valori, come è stato fin qui, prima dello strappo con Orlando, Fabrizio Ferrandelli. Con loro Antonello Cracolici, capogruppo all’Assemblea Regionale, profondo conoscitore della città, delle sue periferie.

Una vittoria, quella di Ferrandelli, che segna il prima e il dopo a Palermo, città arrivata alla primarie del centrosinistra stremata e impoverita dalla sindacatura di Cammarata; sindacatura interrotta dallo stesso Pdl, che ha messo da parte il suo uomo anticipatamente nel tentativo di far dimenticare “il peggior sindaco”, come la gente ripete in strada nelle interviste alle troupe che in questi giorni hanno cercato di capire quel che avveniva da queste parti.

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“Si è affermata l’idea di un profondo cambiamento – dice questa mattina Beppe Lumia – cambiamento nel partito, nel centrosinistra e nella società. Si è affermata l’idea di un cambiamento nel segno della legalità e dell’antimafia, che deve vedere la mobilitazione del meglio: dal volontariato alle imprese sane, ma impoverite da scelte sbagliate e dall’illegalità”.

I numeri, vediamoli, rileggiamoli perché dicono molto del messaggio che arriva da Palermo: Fabrizio Ferrandelli 9945 voti; Rita Borsellino 9878 voti, Davide Faraone 7975 voti; ultima Antonella Monastra con 1750 voti. Se si sommano i voti dichiaratamente contrari alla scelta di Bersani (che questa volta ha trascinato nella caduta Nichi Vendola e Antonio Di Pietro) si arriva praticamente a 20mila voti su 30mila votanti. Un clamoroso “No, grazie, facciamo noi!” che racconta di un profondo scollamento tra i vertici del Pd e la realtà.

Certo, chiuse le operazioni di spoglio, chi ha sostenuto Rita Borsellino e chi si sente insidiato dal vento nuovo, parla di irregolarità e punta il dito al sostegno che gli sponsor di Ferrandelli assicurano al governo Lombardo. A questi argomenti ribattono: noi sosteniamo un governo che va giudicato dai fatti, come il blocco del grande business dei termovalorizzatori, 700 milioni, su cui già aveva messo gli occhi e le mani la mafia. E poi, dicono, per noi la lotta alla mafia é pratica e rischio quotidiano, non così per chi nel PD ha fatto finta di non vedere “i padri padrone” che, come raccontano tante inchieste, con la mafia “ci ragionavano”.

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Dunque, la politica a Palermo e in Sicilia riparte dalla festa di Fabrizio Ferrandelli a piazza Rivoluzione. La corsa riprende, c’è da vincere le amministrative del 6 e 7 maggio, c’è da conquistare Palazzo delle Aquile, provare a far rialzare una città in ginocchio. Il quadro è devastante: la città offre l’idea di un sostanziale abbandono, la disoccupazione é alta, le imprese hanno dato fondo ai risparmi per non chiudere. E molti di questi piccoli imprenditori, schiacciati tra crisi economica e pressioni di pizzo e mafia, hanno puntato sul nuovo.

Ferrandelli candidato a sindaco è un problema per il Pdl. Se avesse vinto Rita Borsellino, “la mite”, le avrebbero opposto un pezzo da novanta, l’attuale Presidente dell’Assemblea regionale, Cascio, per vincere. Ora, per non perdere, il Pdl forse ha una sola carta: opporre un giovane al giovane Ferrandelli, magari affidandosi a Costa, candidato del terzo polo.

Dopo la partita del 6 e 7 maggio, sarà la volta delle elezioni regionali, e la festa di piazza Rivoluzione peserà moltissimo. Ferrandelli primo su Rita Borsellino (per tanto tempo, durante lo spoglio, addirittura terza) cambia tutto, dice chi ha una linea diretta con la città e la Sicilia e chi pensa di decidere per decreto, inducendo gli altri a sottoscrivere il decreto. L’errore di Vendola (che questa volta non batte Bersani ma che con lui perde) e Di Pietro. Qui dicono che Vendola è stato indotto a sbagliare dai cattivi consigli del suo piccolo schieramento di dirigenti locali, guidato soprattutto da piccole gelosie. Per Di Pietro, questa notte a piazza Rivoluzione, tanti slogan contro, e qualcuno che ricordava che anche Scilipoti é stato frutto di certa miopia.

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E mentre l’Italia, parafrasando la celebre frase radiofonica “Clamoroso al Cibali!”, considera sorprendente quanto accaduto qui a Palermo, nel capoluogo dell’Isola si oppone un deciso “Io lo sapevo, lo sentivo!”.

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