Delitto Alessandra Matteuzzi, le agghiaccianti testimonianze dei vicini: "Padovani la colpiva con una panchina"
Top

Delitto Alessandra Matteuzzi, le agghiaccianti testimonianze dei vicini: "Padovani la colpiva con una panchina"

Delitto Matteuzzi, la procuratrice Russo: «Il delitto avviene all'esito di una relazione morbosa ed è e l'espressione di una volontà padronale e di asservimento della vittima da parte di Padovani».

Delitto Alessandra Matteuzzi, le agghiaccianti testimonianze dei vicini: "Padovani la colpiva con una panchina"
giovanni padovani e alessia matteuzzi
Preroll

globalist Modifica articolo

12 Gennaio 2024 - 13.59


ATF

Sono agghiaccianti le testimonianze dei vicini di casa di Alessandra Matteuzzi, la donna uccisa da Giovanni Padovani a Bologna. «Le prove consentono di appurare la responsabilità dell’imputato al di là di ogni ragionevole dubbio» ha sostenuto la procuratrice aggiunta Lucia Russo in Aula, durante la discussione davanti alla Corte d’Assise di Bologna

«Il delitto avviene all’esito di una relazione morbosa ed è e l’espressione di una volontà padronale e di asservimento della vittima da parte di Padovani».

Le testimonianze dei vicini

«Ho sentito una conversazione telefonica – ha riferito un vicino che si era affacciato alla finestra -, poi la voce di un uomo che diceva: `Va bene, me ne vado´. Ma l’uomo non è andato via, anche se si è incamminato verso il cortile. Arrivato vicino alla siepe ha estratto un oggetto ed è tornato verso la donna. Poi l’ha colpita. Ha iniziato a trascinarla, tenendola sotto le braccia, come se fosse incosciente, fino a una panchina. Poi ha preso la panchina e ha iniziato a colpirla. Lei non si muoveva». 

«Mi sono affacciata alla finestra – ha raccontato Veronica Satanassi, un’altra vicina -. Ho riconosciuto Alessandra che urlava: `No Giovanni, vai via, non mi staccare di nuovo la luce, non puoi stare qui´». «Ho deciso di scendere per aiutarla e lei era stesa a terra, inerme, con il ragazzo sopra di lei che sollevava una panchina e gliela sbatteva addosso, due, tre volte. I suoi capelli biondi sono diventati rosa. Era una scena tremenda, c’era sangue ovunque. Padovani aveva uno sguardo alterato ma era lucido. Ho trascinato via la panchina e ho tentato di convincerlo a smetterla. `Non ce l’ho con te – mi ha detto -. Questa è una stronza´ e le ha tirato un pugno in faccia, poi un altro. `Questa mi ha rovinato la vita – ha ripreso -, mi ha tradito, perché è una puttana. Ieri siamo stati insieme tutto il giorno, abbiamo scopato, se vuoi ti faccio vedere i messaggi´. E ogni tanto le dava calci in faccia, ma lei ormai era incosciente».

E ancora, la testimonianza di un altro vicino: «La scena che mi si è presentata davanti era agghiacciante: la donna era incosciente a terra e lui le dava calci sullo zigomo destro. Le sue scarpe che erano bianche si sporcavano di sangue. Lei non si muoveva. Mi sono frapposto tra loro due e l’ho allontanato». 

«Il ragazzo sembrava si fosse calmato e mi ha chiesto di potersi avvicinare per vedere il suo stato di salute. Era più docile, più rilassato. Ci siamo avvicinati, mi sembrava che la donna respirasse, ero certo fosse viva. Lui, però, arrivato a una certa distanza da lei, le ha sferrato un violento calcio allo zigomo. `Non mi interessa andare in carcere, l’importante è che muoia lei´ ha detto subito dopo».  

Native

Articoli correlati