Papa Francesco pronto a volare in Mongolia: "Vengo come fratello di tutti"
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Papa Francesco pronto a volare in Mongolia: "Vengo come fratello di tutti"

Ancora una volta, un Paese di confine, e ancora una Chiesa di dimensioni modeste: questa volta si tratta probabilmente della più piccola Chiesa al mondo, con 1.500 fedeli battezzati. Saranno loro ad accogliere papa Francesco nel suo prossimo viaggio

Papa Francesco pronto a volare in Mongolia: "Vengo come fratello di tutti"
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28 Agosto 2023 - 09.06


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Ancora una volta, un Paese di confine, e ancora una Chiesa di dimensioni modeste: questa volta si tratta probabilmente della più piccola Chiesa al mondo, con appena 1.500 fedeli battezzati. Saranno loro ad accogliere papa Francesco nel suo prossimo viaggio apostolico, che si svolgerà dal 31 agosto al 4 settembre, portandolo questa volta in Mongolia. Il Pontefice ha definito questo viaggio “nel cuore dell’Asia”, come ha dichiarato durante l’Angelus. La Mongolia è una nazione in cui i cattolici costituiscono una minuscola minoranza, ma papa Francesco vi giungerà come “fratello di tutti”.

Questo viaggio segna un altro importante passo nella missione di papa Francesco di raggiungere le persone in luoghi spesso dimenticati o poco rappresentati nel contesto globale. Nonostante le sfide e le dimensioni modeste della comunità cattolica in Mongolia, il Pontefice intende trasmettere un messaggio di solidarietà e fratellanza a tutti i mongoli, indipendentemente dalla loro fede religiosa.

«Giovedì partirò per un viaggio di alcuni giorni nel cuore dell’Asia, in Mongolia», ha detto oggi Francesco in Piazza San Pietro dopo la recita della preghiera mariana. «Si tratta di una visita tanto desiderata – ha sottolineato -, che sarà l’occasione per abbracciare una Chiesa piccola nei numeri, ma vivace nella fede e grande nella carità; e anche per incontrare da vicino un popolo nobile, saggio, con una grande tradizione religiosa che avrò l’onore di conoscere, specialmente nel contesto di un evento interreligioso».

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Il Papa si è voluto quindi rivolgere «proprio a voi, fratelli e sorelle della Mongolia, dicendovi che sono felice di viaggiare per essere tra voi come fratello di tutti». «Ringrazio le vostre Autorità per il cortese invito e quanti, con grande impegno, stanno preparando la mia venuta. A tutti chiedo di accompagnare questa visita con la preghiera», ha aggiunto.

Il messaggio di pace e di amicizia del Pontefice – il motto del viaggio è «Sperare insieme» – è rivolto a un Paese in forte evoluzione economica, che ha lasciato un po’ alle spalle le vecchie radici tradizionali del popolo nomade in lande semi-desertiche, è che oggi subisce l’etichetta poco lusinghiera di Paese «cuscinetto» tra i due colossi Russia e Cina.

Una situazione, però, che difficilmente potrà essere il contesto per eventuali `triangolazioni´ diplomatiche del Papa e della sua delegazione, men che meno su problemi come la guerra in Ucraina, pur essendo in cantiere la tappa a Pechino della missione di pace affidata al cardinale Matteo Zuppi. La Mongolia è legata per molti versi alla Russia e allo stesso tempo, per economia e trasporti, dipende molto dalla Cina. Mantiene una sua posizione non esposta, a debita distanza anche da questioni come la guerra. La presenza del Papa tra le due grandi nazioni, comunque, potrà essere un buon segnale anche per la comunità cattolica in Cina, pur senza messaggi diretti. La pace, in ogni caso, sarà uno dei temi da trattare nell’incontro col presidente, col primo ministro, e in quello con le autorità, nella giornata di sabato 2 settembre.

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Fondamentale, poi, la questione dei rapporti ecumenici e interreligiosi, specie con la maggioranza buddista, al centro di un incontro domenica 3 settembre all’«Hun Theatre».

Alla comunità cattolica, guidata dal cardinale Giorgio Marengo, missionario della Consolata, prefetto apostolico di Ulan Bator e più giovane porporato del Collegio cardinalizio (49 anni), sono invece riservati l’incontro con i vescovi e il clero di sabato 2 settembre alla cattedrale dei santi Pietro e Paolo, la messa di domenica 3 alla «Steppe Arena» e l’incontro con gli operatori della carità e l’inaugurazione della Casa della Misericordia di lunedì 4 settembre, sempre a Ulan Bator, ultimo appuntamento di questo 43/o viaggio del pontificato prima del ritorno a Roma.

«Credo che aiuterà soprattutto i fedeli cattolici mongoli a sentirsi veramente nel cuore della Chiesa. A noi, che viviamo geograficamente in una zona del mondo molto periferica, la presenza del Papa ci farà sentire non lontani ma vicini, al centro della Chiesa. E poi sarà importante per il rafforzamento dei rapporti tra la Santa Sede e lo Stato mongolo, che già sono buoni», ha detto della visita papale il card. Marengo ai media vaticani. E la piccola Chiesa locale si è preparata ad accogliere il Pontefice «con grande entusiasmo e con grande fervore». 

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