Bimbo morto alle terme, uno dei bagnini: "Ci dicevano di sbrigarci per non pagare gli straordinari"
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Bimbo morto alle terme, uno dei bagnini: "Ci dicevano di sbrigarci per non pagare gli straordinari"

Terme di Cretone, la morte del piccolo Stephan per l'assenza della grata, così la piscina veniva svuotata più velocemente: "Ci dicevano di sbrigarci per non pagarci gli straordinari".

Bimbo morto alle terme, uno dei bagnini: "Ci dicevano di sbrigarci per non pagare gli straordinari"
Terme di Cretone
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22 Agosto 2023 - 11.23


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La tragedia del piccolo Stephan, il bambino russo di 8 anni morto lo scorso 17 agosto dopo essere rimasto incastrato all’interno della conduttura di scarico delle terme di Cretone, potrebbe essere stata causata dall’imperizia e dalla voglia di “risparmiare” del proprietario della struttura. 

La procura si è concentrata sull’assenza della grata di protezione del condotto, che potrebbe essere stata rimossa per velocizzare il deflusso dell’acqua. Come raccontato da uno dei bagnini a Repubblica, in questo modo, la piscina veniva svuotata più velocemente: “Ci dicevano di sbrigarci per non pagarci gli straordinari”.

L’autopsia ha intanto confermato la morte per annegamento del piccolo, di origine russa. I polmoni della giovane vittima, infatti, erano saturi d’acqua e la morte, secondo la perizia, sarebbe sopraggiunta nei minuti successivi a quando il bimbo è stato risucchiato nel condotto. 

La procura della Repubblica di Tivoli, che coordina l’inchiesta sulla tragedia, si concentra ora anche sui filmati delle telecamere di videosorveglianza del centro termale, con i carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Monterotondo, competente per territorio, che stanno visionando le riprese che hanno immortalato le fasi precedenti e successive all’annegamento del bimbo.  

Tra le quattro persone finite nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo, oltre ai vertici della società che gestisce l’impianto tra cui anche il responsabile per la sicurezza, figurerebbero anche due bagnini, uno dei quali addetto oltre che all’assistenza dei bagnanti anche all’azionamento dei sistemi di svuotamento delle vasche.

E tra le ipotesi ci sarebbe proprio quella secondo cui la grata di protezione del condotto di scarico era stata rimossa per velocizzare il deflusso dell’acqua per accorciare i tempi di svuotamento. 

Proprio uno degli indagati ha raccontato al quotidiano La Repubblica che questa era una prassi consueta per risparmiare tempo e per evitare che ai dipendenti, protraendo oltre le ore 20 il loro orario di lavoro, la proprietà avrebbe dovuto pagare gli straordinari. “La piscina doveva essere vuota entro le 20, per questo non c’era la grata, così finivamo prima”, avrebbe detto. 

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