Rapimento Kata, si ipotizza la vendetta per un tentato omicidio
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Rapimento Kata, si ipotizza la vendetta per un tentato omicidio

Gli investigatori sono convinti che il rapimento di Kata, avvenuto presso l'hotel Astor di Firenze, sia strettamente collegato a un caso di tentato omicidio avvenuto nello stesso luogo.

Rapimento Kata, si ipotizza la vendetta per un tentato omicidio
L'ex hotel Astor dove è sparita la piccola Kata
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18 Giugno 2023 - 09.49


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Gli investigatori sono convinti che il rapimento di Kata, avvenuto presso l’hotel Astor di Firenze, sia strettamente collegato a un caso di tentato omicidio avvenuto nello stesso luogo.

Secondo le indagini, Mia Kataleya Chicllo Alvarez è stata portata via come atto di vendetta. Appena due settimane prima della scomparsa della bambina, un cittadino ecuadoregno di nome Medina Pelaez è stato spinto giù da una finestra del terzo piano dell’hotel. Nonostante la caduta da otto metri, l’uomo ha miracolosamente sopravvissuto. Gli inquirenti ritengono che ciò sia il risultato di una faida in corso tra due gruppi di individui di origine sudamericana che erano coinvolti nell’occupazione illegale dell’edificio e in altre attività criminali. Sfortunatamente, sembra che Kata sia stata coinvolta in questo conflitto.

lLa bimba nascosta in un’intercapedine?

 Nel frattempo la polizia ha sgomberato l’intero stabile. La procura ha posto sotto sequestro l’ex hotel Astor affinché non si compiano altri reati. Ma l’assenza totale di occupanti consentirà di effettuare un sopralluogo dei carabinieri molto più approfondito di quelli svolti finora. All’ispezione parteciperanno due tecnici inviati dal Gis. Si tratta di specialisti esperti nell’uso di apparati tecnici ad alta tecnologia, anche adatti a individuare intercapedini o cavità nelle mura. Non è mai stata del tutto accantonata l’ipotesi che la bimba possa essere rimasta all’interno. In questo caso, però, non è detto che la piccola sia ancora viva.

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Kata e il tentato omicidio: stessa inchiesta

 Il fascicolo di indagine per il rapimento di Kata e quello del tentato omicidio di Medina Pelaez fanno parte di una stessa inchiesta. La condotta criminosa dei gruppi di sudamericani all’interno dell’ex hotel potrebbe essere sfociata in una guerra tra bande.

“Le persone che attualmente dimorano abusivamente nell’hotel Astor – spiega il gip che ha firmato l’ordinanza di sgombero – vivono in condizioni di assoluto degrado economico, e alcuni fanno spesso uso di sostanze alcoliche, che portano anche a episodi criminosi, che hanno come luogo cardine tale struttura alberghiera, come testimoniato dagli accadimenti conseguenti al tentato omicidio di Santiago Manuel Medina Pelaez”.

Numerose le famiglie che occupavano l’ex hotel Astor

 Nel giro di nove ore sono state fatte uscire 132 persone, tra cui 42 minori che come Kata vivevano in una struttura divenuta fatiscente e pericolosa. Sono peruviani e romeni. Molti i nuclei familiari, numerose le donne. I servizi sociali del Comune hanno “stressato” la disponibilità delle strutture di accoglienza per dare a tutti una sistemazione e l’assistenza per percorsi di inserimento sociale. Sono stati separati ed avviati a quattro centri di accoglienza gestiti da Caritas, cooperativa Il Girasole e uno di proprietà del Comune. Sono usciti a piccoli gruppi, con le poche cose che possiedono, abiti, effetti personali, cibo. Le operazioni di evacuazione si sono svolte in ordine anche se in alcuni momenti sono state udite in strada delle frasi ad alta voce e di tanto in tanto dei “no” urlati.

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L’albergo era occupato dal settembre 2022 e, come ha riportato la procura di Firenze che ha recepito il decreto del gip Angelo Antonio Pezzuti, vi è “il pericolo che il protrarsi della condotta criminosa” dell’invasione “impedendo i necessari e urgenti lavori di ristrutturazione e messa a norma dell’edificio, agevoli o protragga le conseguenze del reato contestato o agevoli la commissione di altri reati”.

I vigili del fuoco hanno rimosso un deposito di bombole del gas su un terrazzino, hanno constatato impianti elettrici “volanti”, la presenza di fornelli, tubature compromesse. Non mancano umidità e perdite di acqua. Ci sono topi. E’ intervenuto pure il servizio veterinario per alcuni animali domestici. Qualcuno aveva trasformato le stanze in “casa”. Insieme all’assessore Sara Funaro è tornata sul posto Kathrina, la madre di Kataleya. Era col fratello. Insieme hanno radunato le cose rimaste nei loro alloggi, gli stessi che, secondo i racconti, il racket degli affitti avrebbe conteso pure a loro. Poi sono tornati alla nuova sistemazione.

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