L’indagine digitale nei confronti dello Youtuber Matteo Di Pietro continua in relazione all’incidente di Casal Palocco, nel quale un bambino ha perso la vita a seguito dello schianto tra una Lamborghini e una Smart.
Un video realizzato alcuni mesi fa dalla crew TheBorderline, che vede anche la partecipazione del padre di Matteo, Paolo Di Pietro, è diventato motivo di controversia. Nel video, il padre guida una supercar attraverso le strade di Roma a una velocità considerevole (anche se il figlio sottolinea imbarazzato che vengono rispettati i limiti di velocità). Tuttavia, ciò che ha scatenato la polemica è il fatto che il padre non indossi la cintura di sicurezza, mentre il figlio la utilizza, sebbene il colore della sua giacca la renda poco visibile.
Il padre di Matteo Di Pietro ha sempre coltivato il sogno di possedere auto costose e soprattutto veloci, e ha finalmente realizzato questo desiderio grazie alla sfida lanciata dagli youtuber. Nel video, mentre si trovano in città, Matteo dice al padre: “Non possiamo sfruttare al massimo la potenza”, al che il padre risponde “purtroppo”. Nonostante ciò, il rombo del motore Ferrari fa intuire che il piede sull’acceleratore non è leggero. Questo sembra essere un triste presagio di ciò che accadrà diversi mesi dopo.
Testimoni dell’incidente di Casal Palocco hanno riferito che i ragazzi a bordo della Lamborghini hanno percorso quelle strade ad alta velocità per diversi giorni.
Attesa per i risultati dell’autopsia
Svolta l’autopsia sulla vittima Intato i magistrati sono in attesa dei risultati dell’autopsia sul corpo del piccolo che ha perso la vita a Casal Palocco. Il pm titolare dell’indagine, che vede iscritto nel registro degli indagati per i reati di omicidio stradale e lesioni Matteo Di Pietro, il ventenne che era alla guida del Suv Lamborghini, ha affidato l’esame autoptico al policlinico di Tor Vergata. Solo dopo, e quindi all’inizio della settimana prossima, verrà dato il nulla osta per la restituzione della salma alla famiglia per procedere con l’esequie.
La Procura di Roma ha affidato una consulenza sui telefonini dei cinque ventenni che erano a bordo del bolide blu. L’obiettivo degli inquirenti è in primo luogo quello di verificare se sul cellulare di Mattea Di Pietro ci siano video girati nella fase precedente, durante o anche successiva all’impatto.
