Ecco le intercettazioni dei poliziotti torturatori: "Emerge un sadico godimento"
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Ecco le intercettazioni dei poliziotti torturatori: "Emerge un sadico godimento"

Le intercettazioni dei poliziotti torturatori di Verona: "Da tali dialoghi si desume in maniera inequivocabile la consuetudine nell'utilizzo ingiustificato di violenza fisica. commettevnoa reati "piuttosto che prevenirli". 

Ecco le intercettazioni dei poliziotti torturatori: "Emerge un sadico godimento"
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7 Giugno 2023 - 09.29


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Verona, sono state pubblicate alcune intercettazioni degli agenti di polizia accusati di torture e maltrattamenti sui detenuti. Tra le registrazioni, emerge che gli agenti avrebbero anche negato loro il bagno, costringendoli a rotolarsi nell’urina sul pavimento. 

Le 169 pagine che compongono il documento sottolineano, scrive il giudice, la violenza di chi ha tradito la propria funzione commettendo reati “con preoccupante disinvoltura”.

Gli indagati, un ispettore e quattro agenti, prendevano di mira i “deboli”, quasi sempre persone straniere o senzatetto. Questa “circostanza ha consentito agli indagati di vincere più facilmente eventuali resistenze delle loro vittime, rafforzando anche la convinzione dei medesimi indagati di rimanere immuni da qualunque conseguenza” forti del fatto che nessuna delle vittime avrebbe mai sporto denuncia. 

Si coprivano l’un l’altro, ridevano dei pestaggi, si vantavano delle botte quando fermavano qualcuno. Un “modus operandi consolidato” – ricostruisce il giudice di Verona Livia Magri – e “condiviso da numerosi operanti dell’ufficio Volanti della Questura”.

I pestaggi avvenivano lontano dagli occhi indiscreti delle telecamere, in quello che veniva chiamato il “tunnel“, un’area cioè dove non erano presenti sistemi di videosorveglianza. Particolare attenzione viene posta sul ruolo di uno degli agenti, Alessandro Migliore, del quale si sottolinea nell’ordinanza una “spiccata propensione criminosa”. 

Il poliziotto, si legge nell’ordinanza, si è reso protagonista “di reati assai gravi”, “torturando con sadico godimento, in più occasioni e in un arco temporale del tutto contenuto, diverse persone private della loro libertà personale anche semplicemente per l’identificazione, in totale assenza di necessità e con crudeltà”.

Intercettato al telefono con la fidanzata, l’agente si vanta dei pestaggi. Alle vittime diceva: “Adesso ti faccio vedere io quante capocciate alla porta dai, boom boom boom boom”. “E io ridevo come un pazzo”, raccontava alla ragazza. Parlava delle “stecche” sul volto sferrate alle vittime, dei calci e dei pugni. “Ho caricato una stecca amo’, bam, lui chiude gli occhi, di sasso per terra è andato a finire, è rimasto a terra”, racconta al telefono.

Ma a picchiare erano tutti, sostiene ancora il giudice, prendendosi gioco delle loro vittime, utilizzando anche lo spray al peperoncino senza alcuna ragione, solo per il sadico gusto di umiliarle. Le pestavano tutti insieme, trascinandole nelle stanze della Questura, picchiandole e umiliandole fino a negargli il bagno costringendole a rotolarsi nell’urina sul pavimento. 

In un caso due poliziotti sono accusati non solo di aver picchiato una persona sottoposta a fermo di identificazione, ma anche di averla costretta a urinare nella stanza fermati. Gli stessi l’hanno poi l’hanno spinta in un angolo facendola cadere a terra e usandola “come uno straccio per pulire il pavimento”

“Com’è che Roberto non l’ha ammazzato”, chiede un’agente intercettata ai colleghi. “Si’ che l’ammazza”, la risposta. “Lo buttiamo alla casa abbandonata, prende una scarpata nei cogl…”. “Stai zitto, altrimenti entro dentro e vedi cosa ti faccio”, una delle altre minacce nei confronti delle vittime.

“Da tali dialoghi si desume in maniera inequivocabile la consuetudine nell’utilizzo ingiustificato di violenza fisica”, conclude il gip chiedendo la misura cautelare nei confronti di chi commetteva reati “piuttosto che prevenirli”. 

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