Cutro è una strage di Stato, Piantedosi dimettiti: c'è vita nell'opposizione
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Cutro è una strage di Stato, Piantedosi dimettiti: c'è vita nell'opposizione

Quella di Cutro è una strage. Non una “tragedia”, non un “naufragio”. Una strage. Una strage di Stato. Le opposizioni attaccano Piantedosi e Salvini

Cutro è una strage di Stato, Piantedosi dimettiti: c'è vita nell'opposizione
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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

7 Marzo 2023 - 16.55


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Quella di Cutro è una strage. Non una “tragedia”, non un “naufragio”. Una strage. Una strage di Stato.

E come tale risuona alla Camera negli interventi delle opposizioni nel dibattito sull’informativa del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. 

L’opposizione alza la voce

“Ci aspettavamo da lei delle scuse signor ministro ma è troppo tardi. Tutto quello che doveva dire e quello soprattutto non dovevate dire è già stato detto. Farete un Cdm a Cutro ma è troppo tardi, perché a Cutro lo Stato si è voltato dall’altra parte”.”‘Il Governo deve essere indagato per strage colposa’. Lo disse Giorgia Meloni nel 2015 ma allora il naufragio avvenne a 200 km da Lampedusa, ora a 200 m dalle nostre coste”.

Così il deputato Pd Peppe Provenzano intervenendo nell’aula della Camera al termine dell’informativa del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi sul naufragio di Crotone. “Chi ha deciso nel corso di quelle sei ore che dovesse essere un’operazione di polizia e non di soccorso guidata dalla guardia costiera che avrebbe avuto i mezzi per salvare vite? Il nodo è tutto qui. È una scelta politica”, ha aggiunto.

“Quella di Cutro non è una tragedia, né un naufragio inevitabile e a confermarcelo sono state, signor ministro, le sue parole. Lei ha detto che due assetti navali sono stati costretti a rientrare in porto a causa delle condizioni avverse del meteo: come avrebbe fatto un caicco a non andare ‘in distress’ a non correre un pericolo potenzialmente mortale?. Non può eludere questa risposta: perchè dal suo ministero e dal Mit non abbia attivato la catena dei soccorsi”. È quanto chiede il leader di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, dopo l’informativa di Matteo Piantedosi sul naufragio di Cutro. “Quella di Cutro è una strage che poteva essere evitata. In quella strage c’è una naufragio di una politica, dei porti chiusi, degli accordi con la Libia, dei decreti del 2018. E poi c’è il naufragio delle parole, della propaganda, il naufragio delle decenza. Abbiamo chiesto le sue dimissioni dopo le parole indecenti che ha pronunciato all’indomani della strage. E’ indecente accusare le vittime”, ha aggiunto. Fratoianni ha chiesto poi di cancellare il dl Ong, la Bossi-Fini e gli accordi con la Libia.

“Abbiamo dovuto aspettare 10 giorni per questa informativa urgente, ma oggi è emerso che il governo non ha presente quali sono le scelte politiche che in determinate situazioni svalutano le operazioni di soccorso e di salvataggio”. Così Riccardo Magi di Più Europa in aula alla Camera sull’informativa del ministro Piantedosi. “Lei ha omesso quello che molte volte la Guardia Costiera ha ricordato ossia che ogni nave di migranti di per sè rappresenta un pericolo per le condizioni di sovraffollamento e di sicurezza. Lei lo ha omesso e questa è la responsabilità politica che si assume”. “Il presidente Mattarella ha chiesto concretezza e a nostro avviso significa richiedere che vi sia una missione di soccorso e salvataggio europea a cui contribuiscono tutti i paesi Ue con l’Italia in prima fila, modificare nome sugli ingressi nel nostro Paese, approvare una legge sulla cittadinanza. Nulla di tutto questo abbiamo ascoltato oggi da lei né nei giorni scorsi dalla presidenza del Consiglio”.

«Dove è Matteo Salvini, perché continua a scappare dal parlamento come un coniglio e non si assume le sue responsabilità? Se ritiene di rispondere solo a se stesso si guardi allo specchio e si dimetta», incalza la deputata M5S, Vittoria Baldino, alla Camera nel corso dell’informativa. Poi ha sottolineato che «l’autorità nazionale responsabile della convenzione Sar è il ministro Salvini che ha voluto la delega ai porti per continuare a padroneggiare sull’immigrazione».

Il ministro insiste

“Sui soccorsi in mare sarebbe ingeneroso e offensivo svalutare e disconoscere l’impegno di tanti uomini e donne. Sostenere che i soccorsi sarebbero stati condizionati o impediti dal governo costituisce una grave falsità che offende soprattutto l’onore dei nostri operatori impegnati quotidianamente in mare”. Così il titolare del Viminale, nel corso dell’informativa urgente alla Camera, in merito al naufragio di Cutro.
“Inoltre trovo incomprensibile avere messo in connessione il decreto Ong con il naufragio di Cutro”, ha aggiunto. 
“Sulla doverosa ricostruzione dei fatti sta indagando la procura della Repubblica di Crotone. La traversata, come raccontano i sopravvissuti, parte della Turchia con condizioni metereologiche ottimali, che dopo due giorni sono peggiorate, secondo il loro racconto a bordo erano presenti 180 persone oltre 4 scafisti”, ha spiegato Piantedosi. “Tre ore dopo la navigazione c’è un guasto al motore, i migranti sono stati trasbordati su un’altra barca – ha aggiunto -, costretti dagli scafisti a restare sotto coperta. Dopo una traversata di 4 giorni gli scafisti decidono di fermarsi davanti alle coste della Calabria, gli scafisti decidono di sbarcare in un luogo più sicuro di notte”. Nell’informativa il ministro Piantedosi riferisce di un avvistamento da parte di un aereo di Frontex del barcone “in buono stato di galleggiabilità, l’assetto aereo segnalava la possibile presenza di persone sotto coperta”. “In base alle informazioni acquisite il quadro della guardia costiera, la notte del naufragio, si fondava sulla segnalazione Frontex circa la presenza dell’imbarcazione non in pericolo, non c’erano state segnalazioni di pericolo, sul luogo era presente un’unità navale della Guardia di Finanza dedicata all’evento, che avrebbe anche potuto svolgere attività di soccorso, non erano variate le condizioni meteo”, ha sottolineato Piantedosi.
“Secondo il racconto dei superstiti nonostante il peggioramento delle condizioni del mare gli scafisti decidono di riprendere la navigazione – ha aggiunto – due unità navali della guardia di finanza in mare per seguire l’operazione sono state costrette a rientrare in porto per le pessime condizioni del mare confermando il quadro non relativo ad eventuali criticità dell’imbarcazione”.

C’è chi parla e chi salva vite

La nave Life Support di Emergency nella tarda serata di ieri ha ricevuto la segnalazione di un’imbarcazione in difficoltà in acque internazionali di fronte alla Libia. Il comandante della nave ha informato immediatamente tutte le autorità competenti e ha attivato il rescue team. “Abbiamo ricevuto una segnalazione da Alarm Phone e avvertito le autorità competenti della nostra intenzione di andare a verificare la potenziale situazione di pericolo. L’imbarcazione in distress, di gomma e lunga circa 12 metri, non riusciva più a navigare perché il motore aveva smesso di funzionare. Aveva seri problemi strutturali e stava imbarcando acqua. Una situazione di estremo pericolo per la navigazione e per i 105 naufraghi. Inoltre le condizioni del mare stavano peggiorando – afferma Emanuele Nannini, capo missione Sar di Emergency –. Abbiamo subito pensato alle vittime del naufragio di Crotone. Anche questa era una imbarcazione in situazione di pericolo, dove le persone stavano rischiando la loro vita per le pessime condizioni in cui si trovava. Siamo qui per soccorrere chi affronta una delle rotte migratorie più pericolose al mondo. Donne, bambini, uomini continuano a essere uccisi dall’assenza di canali legali e sicuri per raggiungere l’Europa. È un dovere portare soccorso”. I rhib sono stati calati intorno alle 4 e il trasferimento dei 105 naufraghi alla Life Support si è concluso intorno alle ore 7 del mattino. Sono stati soccorsi 105 naufraghi. Si tratta di 59 uomini, 17 donne (di cui una al settimo mese di gravidanza), 4 bambini accompagnati e 25 minori non accompagnati. Le persone soccorse provengono da Nigeria, Gambia, Costa d’Avorio, Guinea Conakry, Sudan, Camerun, Mali, Mauritania, Sierra Leone, Chad, Eritrea, Burkina Faso. L’imbarcazione su cui viaggiavano era partita da Zwara, in Libia, alle 2 del pomeriggio del giorno 6 marzo. Dopo aver concluso le operazioni di salvataggio e aver informato le autorità, la Life Support ha chiesto un POS dove sbarcare i naufraghi. È stato assegnato dall’MRCC (Maritime Rescue Coordination Centre) il POS di Brindisi, l’arrivo è previsto per la mattina di venerdì.

Risorsa non minaccia. Lo dicono anche le imprese

Un fabbisogno di 200 mila migranti

Di grande interesse è un documentato report di Tempi: “Di quanta manodopera stiamo parlando? Nei giorni scorsi il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida aveva ventilato «500.000 ingressi regolari disponibili» in due anni, tiro corretto in fretta da Matteo Piantedosi, titolare del Viminale, che prevede circa 100 mila visti per il 2023: più degli 82.705 predisposti dal dpcm flussi del 2022 (che deve ancora partire, il click day è previsto per il 27 marzo), ma insufficienti per le imprese: «Ne servirebbero almeno 205 mila, di lavoratori stranieri. Tanti ne hanno richiesti gli imprenditori in occasione del decreto flussi del 2021, quello da 69.700 ingressi: domande tre volte l’offerta», scrive Repubblica   in un lungo servizio dedicato ieri ai lavoratori introvabili e alle difficoltà dei datori di lavoro “costretti”, nelle intenzioni del Viminale, a verificare prima di ogni assunzione l’indisponibilità dei residenti in Italia (leggi percettori del reddito di cittadinanza) a occupare quel determinato posto.

Alcuni dati significativi: «In agricoltura abbiamo bisogno di 100 mila lavoratori che non troviamo», dice Romano Magrini (Coldiretti) a Rep. «Non necessariamente stranieri, ma candidati italiani non ce ne sono». Assoturismo Confesercenti prevede invece «un buco di 50 mila lavoratori, per gestire i picchi di attività». Ancora: non si trovano quattro lavoratori su dieci, e 5,5 su dieci per le mansioni meno qualificate (coperte soprattutto da stranieri). E ancora: Bankitalia dice che per attuare il Pnrr servono 375 mila nuovi occupati, Fillea Cgil stima che solo nel comparto delle costruzioni serviranno 90 mila figure specialistiche quest’anno e 150 mila da qui al 2026. Il presidente di Anceferr Vito Miceli conferma e chiede un contratto per inserire subito i profughi in un percorso formativo in cantiere: alle “sole” imprese qualificate da RFI per l’esecuzione delle opere ferroviarie servono infatti un migliaio di lavoratori in più «profili altamente qualificati, dal carpentiere all’autista di mezzi ferroviari nei cantieri», che «hanno bisogno di periodi molto lunghi di formazione, anche di un anno». Di più: tutte le 

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