Matteo Messina Denaro è stato arrestato: il boss latitante da 30 anni si faceva chiamare Andrea Bonafede
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Matteo Messina Denaro è stato arrestato: il boss latitante da 30 anni si faceva chiamare Andrea Bonafede

Matteo Messina Denaro è stato arrestato dai carabinieri del Ros, dopo 30 anni di latitanza, nella clinica Maddalena di Palermo.

Matteo Messina Denaro è stato arrestato: il boss latitante da 30 anni si faceva chiamare Andrea Bonafede
L'arresto a Palermo di Matteo Messina Denaro
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16 Gennaio 2023 - 11.21


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Matteo Messina Denaro è stato arrestato dai carabinieri del Ros, dopo 30 anni di latitanza, nella clinica privata Maddalena di Palermo. L’inchiesta che ha portato alla cattura del capomafia di Castelvetrano è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido. Secondo le prime informazioni raccolte, il boss si faceva chiamare Andrea Bonafede. Insieme a Matteo Messina è stato arrestato anche Giovanni Luppino, accusato di favoreggiamento. Avrebbe accompagnato il boss alla clinica per le terapie. 

Il generale di divisione dei Ros Pasquale Angelosanto ha dichiarato: «Oggi 16 gennaio 2023 i Carabinieri del Ros, del Gis e dei comandi territoriali della Regione Sicilia nell’ambito delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Palermo hanno tratto in arresto il latitante Matteo Messina Denaro all’interno di una struttura sanitaria a Palermo dove si era recato per sottoporsi a terapie cliniche».

Dopo il blitz nella clinica a Palermo, l’ormai ex superlatitante è stato trasferito, dapprima, nella caserma dei carabinieri di San Lorenzo, poi, in una località segreta. Denaro faceva periodicamente controlli in quella struttura, che durante il blitz del Ros è stata messa in sicurezza con diverse decine di uomini per tutelare tutti gli altri pazienti. Quando è stato arrestato, il boss non era allettato, ma si stava facendo i controlli.

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E’ così finita la lunga latitanza del boss trapanese, ricercato numero 1 dalle autorità italiane. L’Ansa ha ricostruito la sua storia: figlio del vecchio capomafia di Castelvetrano (Tp) Ciccio, storico alleato dei corleonesi di Totò Riina, era latitante dall’estate del 1993, quando in una lettera scritta alla fidanzata dell’epoca, Angela, dopo le stragi mafiose di Roma, Milano e Firenze, preannunciò l’inizio della sua vita da Primula Rossa.

«Sentirai parlare di me – le scrisse, facendo intendere di essere a conoscenza che di lì a poco il suo nome sarebbe stato associato a gravi fatti di sangue – mi dipingeranno come un diavolo, ma sono tutte falsità». Il capomafia trapanese è stato condannato all’ergastolo per decine di omicidi, tra i quali quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, il figlio del pentito strangolato e sciolto nell’acido dopo quasi due anni di prigionia, per le stragi del ’92, costate la vita ai giudici Falcone e Borsellino, e per gli attentati del ’93 a Milano, Firenze e Roma.

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Messina Denaro era l’ultimo boss mafioso di «prima grandezza» ancora ricercato. Per il suo arresto, negli anni, sono stati impegnati centinaia di uomini delle forze dell’ordine. Oggi la cattura, che ha messo fine alla sua fuga decennale. Una latitanza record come quella dei suoi fedeli alleati Totò Riina, sfuggito alle manette per 23 anni, e Bernando Provenzano, riuscito a evitare la galera per 38 anni. 

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